IL TERRITORIO SI FA SCUOLA
IL TERRITORIO SI FA SCUOLA (dal Reportage su Orientamenti 2022)
IL TERRITORIO SI FA SCUOLA
L’incontro, che si è tenuto nel pomeriggio di giovedì 17 novembre in aula Aliseo, presso i Magazzini del Cotone a Genova, raccontava proprio di questo progetto, giunto alla seconda stagione: com’è nato, quali sono i suoi obiettivi ed alcune testimonianze di attività scolastiche che vi hanno aderito.
"Figlio" di tale iniziativa è il magazine che porta lo stesso nome del progetto e racconta le diverse esperienze didattiche realizzate da varie scuole della nostra regione. Sabrina D’Isanto – insegnante all'ITP Chiavari, e responsabile del progetto grafico del magazine / insieme all’ex studente Mattia Reggioni, ideatore del logo “Il Territorio si fa scuola” - nel corso dell'incontro ha spiegato come è stato realizzato il secondo numero che sarà a breve rilasciato, presentando le principali iniziative delle scuole partecipanti.
All’incontro era presente anche il giornalista Paolo Zerbini, il quale ci ha illustrato il suo progetto: raccontare nelle scuole la professione del giornalista e come si è sviluppato il giornalismo nel corso del tempo. Dopo il suo intervento abbiamo avuto la possibilità di parlare un po’ con lui, invitandolo nella nostra scuola come punto di partenza per il suo piano. Uscirà dunque sul nostro giornalino un’intervista completa a Paolo Zerbini, che comprenderà l’incontro che si terrà nel nostro istituto e le informazioni che abbiamo raccolto durante questo evento del Salone Orientamenti 2022.
(Alessia Bertacchini, V A LES)
Alla fine del seminario “Il territorio si fa scuola”, abbiamo potuto intervistare il presidente del consorzio Pro Loco Enrico Mendace.
La prima domanda non può essere che questa: che cos’è una Pro Loco? “Questa parola significa letteralmente “a favore del luogo”, quindi deduciamo che una Pro Loco sia una associazione che ha come unico obiettivo la promozione del territorio, in diversi ambiti. In Italia ce ne sono più di 6.000 e sono diffuse su tutto il territorio nazionale, sono realtà che aiutano e danno vita alle varie città durante l’anno ma, a Genova in particolare, hanno un problema: mancano i giovani.”
La domanda successiva, quindi, sorge spontanea: in che modo noi, generazione Z, possiamo collaborare alla promozione del territorio?
“Intanto è essere noi (pro loco), essere parte integrante del mondo del volontariato, quindi essere in una pro loco o in una qualsiasi altra realtà associativa. Io come molti altri stiamo iniziando a diventare la generazione più anziana e voi giovani potete aiutarci mettendovi in gioco per portare idee e punti di vista differenti dai volontari. Per esempio, io sono un web designer ma non uso Tik Tok o Instagram quindi non saprei come espandere le nostre iniziative in queste piattaforme e in questo i giovani possono darci una mano. L’Italia vive di volontariato, e quindi anche voi giovani dovete entrare nel meccanismo”
Inoltre, il presidente ci ha spiegato come a Genova ci sia una moltitudine di iniziative che nemmeno conosciamo e che saranno prossime nel tempo natalizio, comunque consultabili sul sito della pro loco https://www.consorzioprolocogenova.it/
“In tutta Genova mediamente facciamo un evento a settimana, dato che siamo 11 Pro Loco ci riusciamo. Per Natale e il mese di dicembre, ci saranno tanti eventi per famiglie, come a Cornigliano la città di Babbo Natale. Eventi molto vari alle 5 terre, a Recco, in Val Bisagno. Talvolta invece, magari portiamo le nostre castagnate di ottobre, o il nostro vin brûlé con la famiglia e tutte quelle piccole sagre nei vari quartieri genovesi, facendoci prendere conoscenza di queste piccole realtà. Il periodo del lockdown è stato molto difficoltoso. Anche se non ci siamo mai fermati, abbiamo dovuto sospendere sagre e feste, cercando di aiutare i vari comuni in cose di cui c’era necessità. Ma il nostro sguardo va oltre i confini nazionali. Ad esempio, abbiamo usato mezzi nostri e di altre associazioni per caricare due camion di alimenti da portare sul confine ucraino all’inizio dello scontro con la Russia.”
Sicuramente, le parole del presidente sono parole di aiuto. Hanno bisogno dei più giovani. A Genova i dati demografici dell’ISTAT sui ragazzi dai 14 ai 18 anni non contano numeri altissimi. Anzi, pochi rispetto a molte altre città come Milano. Genova è una città che si sta spopolando. In cui molta gente va fuori perché cerca un lavoro diverso. Nelle fasce più giovani, dai 14 ai 17 anni, nonostante in Italia una buona percentuale di ragazzi abbia iniziato a fare del volontariato, sono ancora in molto pochi a dedicarsi a queste attività. Per interesse? Per voglia? Per paura di mettersi in gioco? È difficile capirlo, ma ora bisogna dare una svolta a questa città e cercare nuove strade e “fabbricare” nuove idee.
(Ilaria Fameli della V A LES, Pietro Gemme, Nicole Pedemonte della III A LES)
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