Orientamenti 2022 - Reportage

 

I redattori del nostro Giornalino Scolastico, TNG, sono stati invitati a intervistare i partecipanti all'evento di Orientamenti 2022 "IL TERRITORIO SI FA SCUOLA". Nella stessa giornata del 17/11 i nostri giornalisti in erba hanno partecipato all'evento "Il Programma Erasmus+: un'esperienza europea di crescita e sviluppo per tutti" e poi sono stati sguinzagliati lungo gli spazi espositivi, per interviste al volo tra gli stand. Ecco il loro reportage.


ERASMUS +

Nella mattinata di giovedì 17 novembre, alcune classi di diversi istituti superiori che hanno partecipato al programma Erasmus + hanno discusso e presentato le loro corrispettive esperienze estere, durante l’evento Orientamenti 2022, tenutosi ai Magazzini del Cotone di Genova.

Prima che le scuole iniziassero a esporre i propri progetti e le proprie testimonianze, è stato introdotto il programma Erasmus+ spiegando in che cosa esso consiste, cosa offre e che vantaggi porta.

Finanziato dall’Unione Europea, Erasmus + è il programma per l’istruzione che offre agli studenti delle scuole superiori e dell’università opportunità di mobilità e cooperazione (pur sempre nei confini dell’area di Schengen) per un determinato periodo di tempo, avvalendosi dell’abolizione delle frontiere interne degli stati europei e promuovendo lo scambio culturale, l’inclusione sociale e la partecipazione delle generazioni più giovani alla vita democratica. Questo progetto promuove quindi la qualità dell'insegnamento, della formazione, dello sviluppo delle capacità linguistiche e non solo, in quanto i ragazzi (e gli insegnanti stessi) si troveranno in un paese diverso, entrando in contatto con culture e modi di vita differenti.

All’evento erano presenti l’istituto E. Montale, il Vittorio Emanuele, il Cassini e, ovviamente, il Firpo-Buonarroti, con una alta concentrazione di exchange students.

Ogni intervento è cominciato con l’introduzione da parte di una professoressa della scuola di appartenenza, seguita poi dalle testimonianze degli alunni che hanno preso parte a questa iniziativa.

Ad iniziare è stato l’Istituto Superiore Eugenio Montale, spiegando che agli studenti neodiplomati e di quinta viene data la possibilità di lavorare in azienda tra i 28 e i 31 giorni, lavorando in reception negli hotel, nelle palestre, nelle librerie o al porto, le mete stabilite sono state la Spagna con Malaga e Siviglia, Francia con Nizza e infine Irlanda.

Gli alunni ci hanno riportato quanto sia stato di arricchimento per il loro bagaglio personale questa esperienza, il senso di responsabilità maggiore avendo impegni come il lavoro, il poter esercitare e approfondire le loro conoscenze linguistiche e diverse altre.

Successivamente è stato il turno del Vittorio Emanuele Ruffini, che ha attuato scambi internazionali, anche per la formazione degli insegnanti attraverso l’Accreditamento Erasmus +. Alcuni studenti e docenti, insieme al liceo Colombo, hanno preso parte alla mobilità individuale di 2 o 3 mesi in contesti scolastici ad Helsinki e Madrid, mentre altri hanno preso parte a una mobilità di breve termine sempre in Finlandia e Romania. Gli alunni che sono andati in Finlandia hanno preso parte alle lezioni nelle scuole professionali con vari indirizzi e materie differenti, con corsi in lingua, lezione di finlandese e volontariato.

Gli alunni di queste due scuole hanno messo in evidenza le differenze tra il sistema scolastico italiano e quelle in cui si trovavano, in particolare l’importanza che si dava alle attività manuali e alle persone che le frequentavano, le quali erano non solo ragazzi ma anche persone adulte.

Per ultimo siamo intervenuti noi, ragazzi del Firpo Buonarroti: i nostri professori hanno esposto il nostro progetto Erasmus+ che è diviso in due modalità, in una, diversi gruppi di studenti sono andati a Berlino, Siviglia, Malta e a St. Raphaël senza accompagnatori e hanno alloggiato in case famiglia, in appartamento con altri studenti o in un appartamento da soli, lavorando nel corso della loro esperienza. La seconda modalità, invece, ha fatto partire diversi gruppi accompagnati da alcuni professori per il tempo di una settimana a Valencia, Berlino, dove hanno visitato le città e preso parte a delle lezioni negli istituti locali. 

Alla fine abbiamo ascoltato le testimonianze di queste esperienze dei nostri compagni. Dai numerosi interventi, si è compreso come, per la maggior parte dei ragazzi, tale esperienza li abbia segnati profondamente: hanno affermato di aver cambiato la propria visione della società e del mondo attraverso la conoscenza di un luogo, una società e una mentalità diversa dalla routine quotidiana. Oltre agli alunni anche alcuni professori hanno avuto la fortuna di partecipare al progetto e, come gli alunni, anche i professori hanno avuto una esperienza positiva e formativa. Tutti i partecipanti hanno quindi consigliato, se possibile, di prendere parte al progetto nel caso non si sia già fatto.

Al termine dell’incontro, siamo stati in grado di intervistare alcune delle professoresse relatrici e coordinatrici, in particolar modo la Professoressa Rossella Risso, dell’Istituto Superiore Eugenio Montale, e la Professoressa Antonella Di Benedetto dell’Istituto Firpo Buonarroti. Entrambe le docenti hanno spiegato quanto sia difficile ed impegnativa un’esperienza estera di questo calibro e di come quindi, per poter prendere parte a tale progetto sia richiesta una certificazione minima di livello B2, per evitare di andare incontro a problematiche, che potrebbero riscontrarsi nell’uso non troppo corretto della lingua. Correlato a ciò, la Professoressa Rossella Risso ha spiegato perché gli studenti con un alto rendimento scolastico abbiano più possibilità di essere inseriti nel programma. 


Per quanto riguarda la Professoressa Antonella Di Benedetto, ella affronta la problematica degli studenti appena rientrati dalla mobilità Erasmus; in particolar modo spiega come molti studenti si siano preoccupati dei numerosi compiti in classe e delle numerose interrogazioni che li avrebbero accolti al loro ritorno. Riguardo a ciò, la Professoressa ha spiegato come, fra docenti, si siano accordati per concedere ai ragazzi il tempo sufficiente per poter rimettersi in pari col resto della classe. Ha anche spiegato quale sia il valore aggiunto di questo progetto, aprirsi alle altre culture e agli altri paesi.



Dopo le testimonianze delle insegnanti, è stato il turno di alcuni degli studenti che hanno preso parte allo scambio; uno di questi è stato Mattia, partito per tre mesi in Irlanda dopo essersi diplomato dall’Istituto E. Montale. Alla domanda “Cosa ti ha spinto a prendere parte a questo progetto?” ci ha raccontato come certe occasioni, a volte, sono uniche e che sia raro che capitino più di una volta; spinto dalla curiosità di conoscere una nuova cultura e esplorare aldilà dei confini italiani ha colto l’attimo ed è partito per un’esperienza che ha lasciato, positivamente, il segno, facendolo uscire dalla sua comfort zone e dalla monotona routine.  

Dalle parole di altri studenti si è compreso, come è ovvio che sia, che essi si sono dapprima scontrati con le culture dei paesi ospitanti, alcuni rimpiangendo addirittura la loro partenza; successivamente però hanno imparato ad apprezzare le differenze che rendono unico ogni paese, arrivando, una volta rimpatriati, a sentirne una forte mancanza.

 
 

 In conclusione, abbiamo avuto l'opportunità di chiedere al dott.Clavarino, dirigente dell'Ufficio Scolastico regionale, un suo parere su Erasmus+ 

(Andrea Cherubini, Simone Dondero, Andrea Fiorese, Alessia Olivo, Federica Pettarin, Luigi Zilli, V A LES)

TRA GLI STAND

Dopo aver concluso le interviste ai ragazzi che hanno partecipato al progetto Erasmus+, noi redattori siamo stati lasciati liberi per circa due ore. In questo lasso di tempo abbiamo avuto la possibilità di intervistare gli espositori degli stand presenti al Salone degli Orientamenti.

Io e due ragazze della III A LES, alla loro prima esperienza di interviste per il Giornalino, abbiamo visitato come primo stand quello dedicato all’Ucraina, poiché, mentre ci dirigevamo presso il luogo dell’incontro che abbiamo avuto in mattinata eravamo rimaste incuriosite dalla presenza di uno stand così particolare. Abbiamo allora chiesto a una delle ragazze cos’è che ha spinto lei e le altre sue colleghe a creare uno stand proprio qui al Salone degli Orientamenti di Genova. Ci hanno risposto di aver scelto di presentarsi qui per ricordare a tutti che in Ucraina c’è ancora la guerra e bisogna continuare a combattere. In effetti tante persone, girando tra gli stand, si sono fermate a chiedere il motivo per cui fossero qui, ma il vero obiettivo di queste ragazze non è solo questo: vogliono infatti far notare alle altre persone che esistono, che c’è una parte del popolo ucraino qui a Genova! 

Proseguendo la nostra visita ad Orientamenti, ci siamo fermate a intervistare alcuni espositori degli stand universitari come, ad esempio, quello rappresentante l’Università di psicologia Sigmund Freud di Milano. Abbiamo intervistato un ragazzo, al quale abbiamo domandato se, secondo lui, sono stati utili questi tre giorni presso il Salone degli Orientamenti e per quale motivo. Il ragazzo ci ha risposto dicendo che questi giorni sono stati secondo lui estremamente utili per due motivi fondamentali: gli Orientamenti danno infatti la possibilità ai ragazzi di interagire con studenti che stanno frequentando tali studi e di avere più informazioni possibili riguardo ciò che potrebbero andare a fare in un domani lavorativo.

Un’altra tappa del nostro percorso di interviste all’interno del salone è stata quella relativa a uno stand della Regione, che si occupa prevalentemente del lavoro in Europa. Essendo dell’indirizzo LES (Liceo Economico Sociale), e facendo il nostro istituto parte del programma Erasmus+, ne abbiamo approfittato per fare una domanda relativa ai giovani e alle loro esperienze all’estero. Abbiamo chiesto loro quali potrebbero essere le skills aggiuntive che i ragazzi potrebbero avere per lavorare in Europa, dopo aver partecipato ad un periodo, di breve o lunga durata, al progetto Erasmus. Ci hanno risposto che un vantaggio è sicuramente quello di avere acquisito una competenza in un contesto multiculturale, aver vissuto, anche se per un breve periodo, all’estero, essersi interfacciati con persone che vengono da culture diverse dalle proprie e aver semplicemente imparato a vivere in un altro paese. Un altro grande vantaggio è sicuramente quello di aver avuto l’opportunità di condividere attività lavorative in gruppo con persone che provengono da un’altra cultura. Infine, molto utile è anche la competenza linguistica, aver appreso e messo in pratica una lingua che si studia e aver avuto la possibilità di metterla in pratica in un nuovo contesto.

Abbiamo poi deciso di fermarci presso due stand relativi alle crociere: Costa Crociere e Grandi Navi Veloci. Ad entrambi abbiamo posto la stessa domanda, ovvero quanto secondo loro la partecipazione al Salone abbia influito sulla partecipazione ai loro corsi introduttivi al turismo crocieristico (il corso Turistico del nostro istituto ha proprio una sezione dedicata a questa tipologia di turismo). Il rappresentante della Costa Crociere ha affermato che il loro compito è proprio quello di provare ad orientare i ragazzi, suggerendo una pista di carriera, e proponendo una bella esperienza di vita e di lavoro, anche all’estero. Invece allo stand delle GNV, hanno risposto alla nostra domanda dichiarando che ci sono molte persone che si vogliono imbarcare scegliendo di lavorare sulle navi, e loro si mettono a loro disposizione sia delle persone che escono del nautico, che aspirano a diventare ufficiali, sia delle persone che hanno fatto altri percorsi di studio, come appunto il tecnico per il turismo.

(Ilaria Fameli di V A LES, Sofia Lucagrossi e Anita Cepollina della III A LES)

Io invece, nelle due ore libere, sono stato in uno stand chiamato “centro vs periferie” ideato dalla "Consulta giovani", ospite dell'Informagiovani, che come obiettivo ha quello di offrire un punto di vista differente, che può aiutare il comune a prendere scelte inerenti alle politiche giovanili. Nello stand abbiamo discusso insieme l'importanza che ha un quartiere, sia al giorno d’oggi che a livello storico (visto che ogni quartiere ha una sua propria storia), e come si può migliorare il quartiere in cui si vive. Sono state fatte domande su cosa per noi manca al nostro quartiere, oppure se è presente tutto il necessario per la vita quotidiana, dopodiché ci hanno fatto fare un simpatico gioco, nel corso del quale ogni volta che veniva citata una determinata attività, locale, sede, piazza, bar, cinema ecc, si doveva fare un passo avanti se tale attività era presente nel proprio quartiere. Le domande erano ben 18, quindi, alla fine del gioco, si vedeva chi era più avanti o indietro per ogni quartiere dove vive la persona, comprendendo così quante opportunità ciascuno di essi offre ai residenti. Posso dire che è un argomento che mi preso molto, anche per la genuinità che ci hanno messo gli organizzatori a metterci a nostro agio e darci punti di vista che non avremmo mai pensato relativamente al luogo in cui viviamo. Insomma, è stata un'esperienza molto utile e interessante sotto ogni aspetto.

(Ivan Terrazzoni, V A LES)

Il nostro gruppo si è recato agli Stand allestiti nel Salone Orientamenti, per proseguire il nostro giro di domande per il giornalino scolastico. In particolare, ci siamo soffermati agli Stand di Economia e Scienze della Comunicazione. Nel primo ci è stato spiegato come il percorso di laurea comprenda un’infarinatura di argomenti economici, giuridici, matematici (riprendendo anche la matematica che viene insegnata nelle scuole superiori) e politici; questi ultimi tendono sempre a ricollegarsi, però, all’aspetto economico. Nello Stand di Scienze della Comunicazione ci hanno spiegato come esso sia solo uno dei tanti possibili percorsi di laurea da poter conseguire nell’ambito comunicativo. Vi è anche, per esempio, il corso di Scienze di Educazione e della Formazione, che permette sbocchi lavorativi come Operatore Socio-Pedagogico o come educatore in scuole ed istituti per l’infanzia. È infatti differente dal corso di Scienze della Comunicazione nominato precedentemente, che permette sbocchi, ad esempio, in ambito giornalistico. 

Successivamente abbiamo visitato lo stand di giurisprudenza che ha accolto il nostro gruppo parlando chiaramente, in maniera veritiera e realistica, senza darci false speranze o intimorendoci, spiegandoci come sia una facoltà difficile nella media, ma fattibile, precisando anche diversi punti dell'università e della facoltà come struttura. 

Al termine, siamo stati allo stand di Medicina, dove un ragazzo ci ha presentato, innanzi tutto, il programma da preparare per essere inserito all'interno della graduatoria per entrare nella facoltà stessa. Successivamente, ci ha spiegato come Medicina abbia un percorso di studi molto lungo, dovendo affrontare i primi cinque anni, uguali per tutti, e poi i successivi tre o cinque, per conseguire una specializzazione; ci ha infine presentato le diverse materie su cui ci si deve impegnare maggiormente, ovvero fisica, chimica ed una parte di sociologia per studiare il comportamento non verbale.

(Simone Banella, Simone Dondero, Andrea Fiorese, V A LES)

IL TERRITORIO SI FA SCUOLA

 “Il territorio si fa scuola” è un’iniziativa promossa dalla Direzione scolastica dell’Ufficio Regionale, il cui scopo è promuovere il territorio ligure attraverso l’integrazione dei programmi didattici. 

L’incontro, che si è tenuto nel pomeriggio di giovedì 17 novembre in aula Aliseo, presso i Magazzini del Cotone a Genova, raccontava proprio di questo progetto, giunto alla seconda stagione: com’è nato, quali sono i suoi obiettivi ed alcune testimonianze di attività scolastiche che vi hanno aderito. 

"Figlio" di tale iniziativa è il magazine che porta lo stesso nome del progetto e racconta le diverse esperienze didattiche realizzate da varie scuole della nostra regione. Sabrina D’Isanto – insegnante all'ITP Chiavari, e responsabile del progetto grafico del magazine / insieme all’ex studente Mattia Reggioni, ideatore del logo “Il Territorio si fa scuola” - nel corso dell'incontro ha spiegato come è stato realizzato il secondo numero che sarà a breve rilasciato, presentando le principali iniziative delle scuole partecipanti.



A presentare i vari interventi, con l'evidente entusiasmo di chi crede in quello che fa, c'era la prof.ssa Alessandra Nasini, dell'Ufficio Comunicazione USR Liguria. I saluti istituzionali sono stati fatti dal dott. Clavarino, dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale, che avevamo intervistato in mattinata (vd. prima parte dedicata a Erasmus+)




Questo programma ha preso forma da un’idea di Riccardo Badino, ex Dirigente scolastico dell’Usr, incapace di godersi la pensione, che - partendo dell’articolo 9 della nostra Costituzione, ovvero il principio di tutela e promozione per la ricerca e il patrimonio artistico - ha sviluppato questa idea per coinvolgere gli studenti: il territorio dev’essere considerato il quaderno sul quale la scuola può scrivere le pagine di un libro. Il traguardo è trasmettere le nozioni in modo tale che gli alunni possano far diventare lo studio una parte di loro, attraverso ciò che ci circonda. Alcuni ragazzi, per esempio, hanno affrontato così la lezione di storia sulla 2° Guerra Mondiale: hanno appeso ad un ulivo risalente a quel periodo una targa storica.

Un altro progetto molto interessante è stato quello svolto dall’I.C. di Cogoleto, in cui 37 ragazzi hanno rappresentato in chiave moderna la storia della letteratura, dalle origini fino a “La Locandiera” di Goldoni. La testimonianza è stata raccontata proprio dall’insegnante di italiano, Prof.ssa Andreina Porzio, che li ha guidati, riportando l'entusiasmo dei ragazzi che, dopo due anni di lockdown, hanno potuto uscire dalle solite mura scolastiche (anche se dopo due anni di dad, non erano più tanto solite…). “Sono felice di aver reso viva la letteratura” ha affermato la docente, la quale ha proposto di continuare questa iniziativa con un altro progetto per i suoi studenti: diventare i Ciceroni della propria terra.

Interessantissimo l'intervento del presidente del consorzio Pro Loco Enrico Mendace, che abbiamo poi intervistato al termine dell'incontro (vd. in fondo all'articolo), sul ruolo strategico delle diverse pro Loco sparse su tutto il territorio, non solo nell'ambito delle iniziative ricreative, ma anche sulla gestione dei servizi alla comunità.  
Abbiamo in programma di invitarlo nel nostro istituto per farci raccontare ancor più in dettaglio il mondo delle Pro Loco, anche come prospettiva di inserimento nel mondo del lavoro.

E' stato poi presentato dalla vice preside Oriella Coriandolo, con la prof.ssa Pieramaria Ciuffarella e la prof.ssa Sabrina D’Isanto, il progetto “Alla scoperta di sé” realizzato dagli alunni del Corso presente nella Casa di Reclusione di Chiavari, Corso Professionale dei Servizi Commerciali Pubblicitari dell’IIS Caboto, ora ITP Chiavari.  Attraverso la tecnica del caviardage, che consiste nella stesura di un testo poetico partendo da documenti già scritti, gli studenti hanno assegnato un valore alle vite dei carcerati. Sembra una cosa banale ma non lo è affatto: la superficialità del mondo può essere superata e loro, con una sensibilità incredibile, lo hanno dimostrato.
E' un progetto che non solo ha colpito i presenti, come il dott. Peccenini, coordinatore dell'USR ligure, ma ha particolarmente toccato noi ragazzi, che siamo rimasti affascinati dalle composizioni di questi poeti d'eccezione, tanto da volervi proporre ciò che ci ha maggiormente colpiti:









All’incontro era presente anche il giornalista Paolo Zerbini, il quale ci ha illustrato il suo progetto: raccontare nelle scuole la professione del giornalista e come si è sviluppato il giornalismo nel corso del tempo. Dopo il suo intervento abbiamo avuto la possibilità di parlare un po’ con lui, invitandolo nella nostra scuola come punto di partenza per il suo piano. Uscirà dunque sul nostro giornalino un’intervista completa a Paolo Zerbini, che comprenderà l’incontro che si terrà nel nostro istituto e le informazioni che abbiamo raccolto durante questo evento del Salone Orientamenti 2022.

(Alessia Bertacchini, V A LES)

Alla fine del seminario “Il territorio si fa scuola”, abbiamo potuto intervistare il presidente del consorzio Pro Loco Enrico Mendace. 

La prima domanda non può essere che questa: che cos’è una Pro Loco? “Questa parola significa letteralmente “a favore del luogo”, quindi deduciamo che una Pro Loco sia una associazione che ha come unico obiettivo la promozione del territorio, in diversi ambiti. In Italia ce ne sono più di 6.000 e sono diffuse su tutto il territorio nazionale, sono realtà che aiutano e danno vita alle varie città durante l’anno ma, a Genova in particolare, hanno un problema: mancano i giovani.”

La domanda successiva, quindi, sorge spontanea: in che modo noi, generazione Z, possiamo collaborare alla promozione del territorio?

“Intanto è essere noi (pro loco), essere parte integrante del mondo del volontariato, quindi essere in una pro loco o in una qualsiasi altra realtà associativa. Io come molti altri stiamo iniziando a diventare la generazione più anziana e voi giovani potete aiutarci mettendovi in gioco per portare idee e punti di vista differenti dai volontari. Per esempio, io sono un web designer ma non uso Tik Tok o Instagram quindi non saprei come espandere le nostre iniziative in queste piattaforme e in questo i giovani possono darci una mano. L’Italia vive di volontariato, e quindi anche voi giovani dovete entrare nel meccanismo”

Inoltre, il presidente ci ha spiegato come a Genova ci sia una moltitudine di iniziative che nemmeno conosciamo e che saranno prossime nel tempo natalizio, comunque consultabili sul sito della pro loco https://www.consorzioprolocogenova.it/

“In tutta Genova mediamente facciamo un evento a settimana, dato che siamo 11 Pro Loco ci riusciamo. Per Natale e il mese di dicembre, ci saranno tanti eventi per famiglie, come a Cornigliano la città di Babbo Natale. Eventi molto vari alle 5 terre, a Recco, in Val Bisagno. Talvolta invece, magari portiamo le nostre castagnate di ottobre, o il nostro vin brûlé con la famiglia e tutte quelle piccole sagre nei vari quartieri genovesi, facendoci prendere conoscenza di queste piccole realtà. Il periodo del lockdown è stato molto difficoltoso. Anche se non ci siamo mai fermati, abbiamo dovuto sospendere sagre e feste, cercando di aiutare i vari comuni in cose di cui c’era necessità. Ma il nostro sguardo va oltre i confini nazionali. Ad esempio, abbiamo usato mezzi nostri e di altre associazioni per caricare due camion di alimenti da portare sul confine ucraino all’inizio dello scontro con la Russia.”

Sicuramente, le parole del presidente sono parole di aiuto. Hanno bisogno dei più giovani. A Genova i dati demografici dell’ISTAT sui ragazzi dai 14 ai 18 anni non contano numeri altissimi. Anzi, pochi rispetto a molte altre città come Milano. Genova è una città che si sta spopolando. In cui molta gente va fuori perché cerca un lavoro diverso. Nelle fasce più giovani, dai 14 ai 17 anni, nonostante in Italia una buona percentuale di ragazzi abbia iniziato a fare del volontariato, sono ancora in molto pochi a dedicarsi a queste attività. Per interesse? Per voglia? Per paura di mettersi in gioco? È difficile capirlo, ma ora bisogna dare una svolta a questa città e cercare nuove strade e “fabbricare” nuove idee.

(Ilaria Fameli della V A LES, Pietro Gemme, Nicole Pedemonte della III A LES)

E per concludere, alcune immagini della giornata

 

Hanno collaborato a questo reportage, con interviste, foto e riprese: Simone Banella, Alessia Bertacchini, Andrea Cherubini, Gaya Costantino, Simone Dondero, Ilaria Fameli, Andrea Fiorese, Alessia Olivo, Federica Pettarin, Gabriele Sandolo, Ivan Terrazzoni, Mirko Vavassori, Ilaria Zanardi, Luigi Zilli (V A LES) e Anita Cepollina, Pietro Gemme, Sofia Lucagrossi, Nicole Pedemonte (III A LES)

 

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