NON SMETTERE MAI
Chi sono?
Questa
è stata la domanda più comune che ho sentito quella mattina di lunedì scorso,
il 3 marzo al Carlo Felice. “Chi sono loro? Come hai detto che si chiama il
fratello? Dov’è via d’Amelio? Cosa sono
i Servizi segreti? Bombe di che? Di cosa sta parlando?”
Su
2000 presenti quella mattina, sono convinto che una risicata maggioranza sappia
come minimo chi sono queste due persone, che vedete nella foto.
Non
è colpa loro certo. Non è colpa degli studenti, se non si insegna loro chi sono
questi uomini, in giacca e cravatta, che camminano con una sigaretta in mano
davanti ad una manciata di giornalisti, ogni volta che mettono piede fuori
casa. Non è colpa degli studenti, se non hanno mai sentito parlare di un
libretto rosso, che era nella borsa di quel signore sulla destra, dentro la sua
macchina, quando la sua testa è letteralmente saltata in aria. Un teatro, fatto
da migliaia di ragazzi, che si è perso alla prima battuta del presentatore, poi
ha aperto tik tok.
Giovanni
Falcone a sinistra e Paolo Borsellino a
destra, “sfortunatamente” esplosero
rispettivamente il 14 maggio e il 19 luglio. “E’ stata la mafia”.
“Ma
la mafia quale?” “Boh, la mafia…”
Quella
che tutti chiamano mafia, è un insieme scientificamente organizzato di massoni,
politici, militanti ed imprenditori che vivono dove lo Stato non vede o non
vuole vedere, per cercare di fottersi i soldi che il cittadino onesto dà allo stato con le tasse. Un sistema che tutti
gli ospiti presenti in sala, hanno descritto a modo loro.
E questi, invece, chi sono? Cari lettori credetemi, non vi servono i nomi di
queste persone, perché potrei chiamarli “superman, topolino, elsa e olaf” che
per voi sarebbe uguale. Uno è il fratello di quello esploso per sbaglio, l’altro è un carabiniere (in gergo sbirro)
che si è ritrovato a cercare la verità quasi da solo, scaricato da tanti suoi
colleghi per paura di finire ammazzati. L’altra è un giudice, finita sotto
protezione per le persone che ha messo dentro, per le persone con cui lavora e
per le persone di cui scrive. E poi c’è un giornalista, un cane da guardia a controllo del potere che, a differenza del giudice e
del carabiniere, rischia di morire solo perché sa scrivere e sa usare la penna.
Per tanti studenti, queste erano solo le voci per riuscire ad addormentarsi
sulla poltrona del teatro, per altri erano soltanto professori, per altri non
so. Questo vecchietto, che si chiama Salvatore, che è il fratello di
Borsellino, vive per divulgare. Non divulga scienza, non divulga ingegneria o
marketing, non divulga bevande zuccherate, ma divulga Storia. La storia di un
fratello ammazzato da criminali e non criminali, perché scomodo alla
costruzione di un’Italia nuova. Un’Italia, che doveva smettere di mettere il
naso degli affari degli altri. Un'Italia falsa,
ignorante e di facile “dimenticanza”. Un’Italia, che smettesse di credere ai fatti per credere
alle favole. Un’Italia, che, pur di non credere
che un plurimiliardario abbia avuto un successo esorbitante soltanto grazie
all’illegalità, vede comunisti e fascisti ovunque.
Un'Italia,
che scambia un patteggiamento per un’assoluzione, un traffico illecito per un
affare, un condannato per un ostaggio del giudice.
Caro
lettore, non ti ho raccontato io la storia di cui io sto scrivendo finora,
perché quella storia è scritta in pagine e pagine di documenti, firmati
doppiamente, triplamente da persone che si impegnano far
sì che la storia non si scriva sulla base di bugie.
Perché
la mafia non è un'ideologia, né un paese di provincia, la mafia non si chiama
più mafia, la mafia si chiama mondo. Si
chiama paradiso fiscale, si chiama corruzione, si chiama società fantasma, si
chiama truffa ai danni dello Stato, si chiama sfruttamento della prostituzione,
si chiama denaro.
Caro lettore, io posso spiegarti quello che vuoi, ma non posso spiegarti tutto in due pagine. Neanche “Movimento Agende Rosse” può farlo al Carlo Felice, perché un incontro non può durare 6 mesi. Perché, di fronte ad uno Stato che non educa i suoi cittadini alla giustizia e alla conoscenza, tu non puoi rimanere indifferente. Tu devi essere più furbo dello Stato. Tu devi cercare nome, cognome, codice fiscale e capire la storia di chi TI ha tradito. Perché lo stato non è dei corrotti, lo stato è tuo.
L’unico modo per capire queste cose, è approfondire e cercare. Perché quello, nemmeno l’intelligenza artificiale è programmata per farlo. Nessuna persona può sostituire la tua voglia di conoscere. Tutto quello che in 3 ore, quegli uomini e quella donna hanno cercato di spiegarti, non è niente rispetto a quello che puoi capire. Non è nemmeno lo 0,1% dello schifo che successe tra gli anni 70’ e metà anni 90’ dentro i confini del nostro paese e non solo. Quelle facce, sono facce di gente che ci ha provato in tutti i modi, e che cerca di ricordare a 2000 persone che la lotta mica è finita, che nessuno ha detto la verità.
Caro lettore, non posso raccontarti la mia giornata del 3 marzo del 2025, perché sarebbe inutile.
Posso
solo augurarti, con tutto il mio cuore, che un giorno tu avrai sete. Sete di conoscenza e verità.
Caro
lettore, leggi ancora, non smettere mai.
Pietro Gemme, V A LES
Commenti
Posta un commento