LA SCELTA GIUSTA
Nella giornata di lunedì 3 marzo 2025 si è svolta presso il Teatro Carlo Felice di Genova, alla presenza di circa duemila studenti delle scuole genovesi, una lezione fuori classe per parlare del concetto di legalità e dell’impegno nell’antimafia, in una cornice carica di emozione e brividi, che ha visto la presenza di alcuni protagonisti della lotta alla mafia in Italia.
L’evento è stato organizzato dal Movimento
delle Agende Rosse Liguria - Gruppo "Falcone Borsellino” intitolato ai due
magistrati italiani, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che sono diventati il
simbolo della lotta contro la criminalità organizzata in Italia, dopo le stragi
in cui persero la vita nel 1992.
A presentare l’evento sono stati Giuseppe
Carbone, il Presidente del Movimento Agende Rosse Liguria - Gruppo
"Falcone Borsellino” e la giornalista Sara Tagliente.
Una iniziativa, questa, volta a
mantenere viva l’eredità dei due magistrati, perché la loro morte ha lasciato
un segno profondo nella coscienza collettiva del Paese e la loro memoria è
diventata una sorta di faro per un impegno civile e politico di ispirazione per
il cambiamento e di impegno a promuovere politiche di prevenzione. Un
cambiamento che metta al centro i valori di giustizia sociale e di lotta contro
ogni forma di abuso di potere, sensibilizzando in particolare le giovani
generazioni sull’importanza della lotta alla mafia e della trasparenza
istituzionale.
Quando un giovane trombettista ha
suonato Il Silenzio, in memoria di tutte le
vittime di mafia, le note eseguite hanno suscitato un forte impatto emotivo, coinvolgendo
tutti sul valore della memoria e del coraggio contro le ingiustizie, ma ancora
più forti sono state le testimonianze di figure di primo piano nella lotta alla
criminalità organizzata.
Salvatore Borsellino, il fratello
del giudice assassinato in via d’Amelio e fondatore del “Movimento Agende
Rosse”, è stato l’ospite d’onore. Ricordando la
madre che prima di morire avrebbe invitato a non arrendersi, andando dappertutto e a lottare per la legalità, per
non fare morire il sogno del magistrato, ha trasmesso un messaggio toccante di
invito ai giovani a non mollare e di incoraggiamento alla ricerca della verità,
per ottenere giustizia per una strage avvolta ancora nel mistero, a
partire dall’agenda rossa del giudice
scomparsa e oggi simbolo di lotta alla criminalità organizzata.
Non nascondendo la sua profonda
emozione e spiegando che le sue condizioni di salute gli rendono sempre più
difficile la partecipazione agli incontri dedicati alla memoria e alla ricerca
della verità, ha sottolineato la sua convinzione che le nuove generazioni
possano portare avanti la lotta verso la legalità e promuovere una società più
giusta. Manifestando la fiducia in un cambiamento, che le generazioni
precedenti non sono riuscite a compiere e mantenendo viva la memoria e la
consapevolezza, i giovani possono comprendere il passato e impegnarsi per un
futuro migliore. Questo messaggio di fiducia e di speranza nei giovani
rappresenta un invito all’impegno civile e alla responsabilità sociale,
affinché essi possano contribuire attivamente alla costruzione di una società
libera dalla mafia e dalle ingiustizie.
Con lui sono saliti sul palco: Annamaria
Frustaci, Paolo Borrometi e Michele Riccio.
Istruttivo e intenso è stato
l’intervento di Annamaria Frustaci, sostituto procuratore antimafia di
Catanzaro, che, evidenziando l’importanza della
giornata per gli studenti, una giornata che lascerà il segno e permetterà di
conoscere meglio le vicende che hanno riguardato il nostro Paese, ha invitato a
prendere in mano la propria vita, vivendo il proprio presente in modo intenso,
non da spettatori, ma da protagonisti.
Riflettendo sul tema della
giustizia e su quanto poco siamo informati nonostante riguardi tutti, ha
sottolineato l'importanza di una magistratura indipendente. In generale i
giovani oggi hanno molte più fonti di informazione rispetto al passato;
tuttavia, questo non sempre significa che siano ben informati, soprattutto su
temi complessi come la giustizia.
Ha affrontato il tema attualissimo
della riforma costituzionale della Giustizia, spiegando ai ragazzi i capisaldi
di questa contestata riforma. La separazione delle carriere in magistratura rischia
di creare due figure opposte, col pericolo di non riuscire a salvaguardare il
principio di giusto processo. Oggi i magistrati, l’insieme dei pubblici
ministeri e dei giudici, accedono a queste funzioni attraverso un unico
concorso e un unico corso di formazione. Con la separazione delle
carriere, prevista dalla riforma, apparterranno a due distinti ordini
giuridici. In sintesi, ci saranno due distinti Consigli superiori
della magistratura che perderanno il loro potere disciplinare il quale
verrà assegnato a un nuovo organo l’Alta Corte disciplinare. Il pericolo è
che si possa arrivare ad un uso politico della giustizia, che renderebbe più
difficili le indagini e la salvaguardia del principio di uguaglianza di tutti i
cittadini davanti alla legge. Il tema va affrontato con competenza,
documentandosi e facendosi una propria idea su che tipo di giustizia si vuole!!
Paolo Borrometi, giornalista e
scrittore noto per le sue inchieste “scomode” sulla mafia e sul malaffare e per
il suo impegno nella denuncia delle connessioni tra criminalità organizzata e
politica, ricordando la tragica vicenda del Ponte Morandi, ha sottolineato
l’importanza del giornalismo investigativo. Compito del giornalista è verificare,
indagare e far comprendere, vigilando sulla democrazia e sul corretto
funzionamento delle istituzioni democratiche, denunciando abusi di potere,
corruzione e attività criminali che minacciano la società. Riconoscere il ruolo
fondamentale dell’informazione libera e indipendente è fondamentale per
garantire una società democratica sana.
Nel sottolineare che il
vero problema risiede nel modo in cui le notizie vengono raccontate, è riuscito a trasmettere un messaggio fondamentale: una narrazione superficiale o distorta può
contribuire alla disinformazione e all’indifferenza, al contrario di
un’informazione precisa e coraggiosa, che stimola la consapevolezza e la partecipazione.
I giovani non sono solo il futuro della società, ma sono anche il presente e
dal presente parte la scelta e si può decidere da che parte stare solo con la
conoscenza e con l’informazione.
Intenso anche il contributo trasmesso
dal generale in pensione dei Carabinieri Michele Riccio,
che ha svolto un ruolo significativo nella lotta alla mafia, conducendo
operazioni di rilievo. Parlando del libro che ha scritto, ha raccontato cosa
significa lottare contro i continui sabotaggi, anche istituzionali, che
puntualmente provano a fermare indagini scomode per il potere. Indagini che
portate avanti rivelano un vero e proprio sistema nascosto, che condiziona la
vita politica di un intero Paese.
Condividendo le sue esperienze, ha rimarcato l’importanza della collaborazione tra
le istituzioni e la società civile per contrastare in maniera efficace la
criminalità organizzata. Finché il mondo
politico non permetterà di andare in fondo al problema e di affrontarlo, il
problema non si risolverà.
La testimonianza diretta di tutti
gli ospiti intervenuti deve essere di esempio per le nuove generazioni e di
aiuto a comprendere l’importanza della memoria, del coraggio e dell’impegno
civico. Ricordare e riflettere sul passato, onorando il sacrificio di due
figure storiche, non per il passato, ma per trasformarlo in un impegno concreto
per il cambiamento e per costruire il futuro.
La speranza di un'Italia libera
dalla criminalità organizzata è affidata alle nuove generazioni e per
rendere vera la cultura della legalità bisogna fare sempre secondo coscienza la
scelta giusta!!
Andrea Diambri, V A LES
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