SOCIAL E POLITICA - La situazione in Italia

Sommario

  • Come e quando sono arrivati i social in Italia
  • Fake news
  • Come i politici usano i social
  • Come le fake news influenzano il pensiero politico dei cittadini

I social in Italia

I social network sono arrivati in Italia nei primi anni 2000 e hanno iniziato a crescere davvero dopo il 2005. MySpace è stato uno dei primi a diffondersi (2004-2005), ma non ha mai avuto un grande successo. Facebook, invece, ha conquistato tutti fin dal 2008, soprattutto i più giovani, e poi anche gli adulti, diventando il social più usato. Twitter è arrivato poco dopo, tra il 2009 e il 2010, ma non ha mai avuto lo stesso impatto. Instagram, lanciato nel 2010, è esploso tra i giovani e gli appassionati di foto. TikTok, che si è diffuso verso la fine degli anni 2010, è diventato popolare soprattutto tra la Generazione Z, soprattutto dopo il 2020. Insomma, tra il 2005 e il 2010 i social hanno cambiato completamente il modo in cui gli italiani vivono il digitale.


Fake News

Le fake news, invece, sono notizie false o distorte, create per vari motivi: guadagnare soldi, fare confusione o manipolare l’opinione pubblica. Grazie ai social, si diffondono velocemente, perché diventano virali senza troppo sforzo. Questo le rende uno strumento molto potente in politica, dove vengono usate per screditare avversari, influenzare elezioni o creare divisioni su temi delicati come immigrazione o sicurezza. Per esempio, durante le elezioni italiane sono circolate fake news su tasse o politiche sugli immigrati che i partiti rivali non avevano mai proposto. Durante la pandemia, invece, molte fake news sono state usate per criticare o sostenere alcuni governi.

Il problema principale delle fake news è che spesso spingono le persone a reagire di pancia, senza prendersi il tempo di verificare. Questa reazione immediata può influenzare l’opinione pubblica, persino a ridosso delle elezioni. Inoltre, in Italia mancano controlli efficaci per contrastare le fake news, il che peggiora la situazione, indebolendo la democrazia e la fiducia della gente nel sistema. Per questo è importante imparare a distinguere le informazioni vere da quelle false e promuovere maggiore trasparenza nelle notizie.



Anche i politici italiani usano i social in modi diversi:


1.            Comunicare direttamente: Grazie a piattaforme come Facebook, Instagram, TikTok e Twitter, possono parlare direttamente con i cittadini, rispondere alle domande e raccogliere feedback.

2.            Fare campagne elettorali: Durante le elezioni, i social sono fondamentali per mobilitare i sostenitori, diffondere programmi e creare contenuti virali (post o video) per raggiungere più persone.

3.            Costruire la propria immagine: Politici come Salvini o Conte usano i social per mostrare il lato più umano, condividendo momenti privati, opinioni e rispondendo alle critiche, così da sembrare più vicini alla gente.

4.            Interagire in modo informale: Molti usano dirette video, post quotidiani o rispondono ai commenti per creare un dialogo più diretto e amichevole.

5.            Creare polemiche: Soprattutto su Twitter, alcuni politici attaccano i rivali, rispondono alle critiche o cercano di contrastare fake news.

6.            Collaborare con influencer: Alcuni partiti lavorano con influencer su Instagram o TikTok per raggiungere i giovani con contenuti più dinamici e visivi.

7.            Fare dirette: Le dirette su Facebook o YouTube sono usate per trasmettere comizi, conferenze o eventi, raggiungendo un pubblico più ampio.

8.            Gestire crisi: Nei momenti difficili, come durante la pandemia, i social sono stati usati per fornire informazioni utili e aggiornamenti.

In generale, i social hanno cambiato il modo in cui i politici comunicano e il dibattito pubblico si sviluppa. Da un lato, hanno velocizzato la diffusione delle informazioni e dato voce a nuovi movimenti politici (come il Movimento 5 Stelle), ma dall’altro hanno aumentato i rischi legati alla disinformazione. Gli algoritmi dei social, infatti, favoriscono spesso contenuti semplici e divisivi, rafforzando le “echo chambers”, cioè bolle in cui gli utenti vedono solo opinioni simili alle loro. Questo limita il confronto con idee diverse e rende il dibattito meno aperto e più polarizzato.

I social, quindi, sono strumenti potenti, ma servono attenzione e senso critico per usarli al meglio, sia da parte dei cittadini sia della politica.

Come le fake news influenzano il pensiero politico del popolo

Le fake news influenzano molto il pensiero politico delle persone ad esempio come detto prima con le echo chambers infatti i social media mostrano agli utenti contenuti che si allineano alle loro opinioni. Quando una persona è esposta a fake news coerenti con le proprie credenze rafforzano ulteriormente il suo punto di vista, riducendo la possibilità di confrontarsi con idee diverse. Grazie alle fake news c’è un calo di fiducia nelle istituzioni democratiche come il governo, il parlamento e questo mina il rapporto tra i cittadini e le istituzioni, favorendo un clima sospetto e di delegittimazione.

Quando una fake news è ben costruita si diffonde rapidamente grazie alla viralità dei social media e questo fenomeno si chiama effetto valanga. Anche se la fake news viene smentita il danno è fatto molte persone continueranno a crederci perché l’informazione falsa ha gia avuto un forte impatto iniziale.

Cosa possiamo fare per rendere l’utilizzo dei social più sicuro e veritiero

Ma cosa possiamo fare per migliorare questa situazione? Tutto parte da noi. Prima di condividere una notizia, dovremmo sempre fermarci un momento e verificare se è vera, cercando fonti affidabili. È importante anche ascoltare chi ha idee diverse dalle nostre: magari non saremo d’accordo, ma il confronto aiuta a crescere e a capire meglio la realtà. Per quanto riguarda la politica, sarebbe utile che ci fossero regole più chiare e controlli più severi per contrastare la disinformazione online. Inoltre, le scuole dovrebbero insegnare ai ragazzi come usare i social in modo consapevole, evitando di cadere nelle trappole delle fake news. Infine, le piattaforme social dovrebbero assumersi più responsabilità, magari migliorando i loro sistemi per bloccare le notizie false prima che diventino virali. Insomma, ognuno di noi può fare la sua parte per rendere i social un luogo più sicuro e costruttivo.


Riccardo Martorana, Pietro Malacrida, Giulia Manfrè, Sofia Bottaro, Esha Younush, Lucrezia Pozzi, Emanuele Riolfi, Elena Odino, Nayla Perez, Gaia Paparella, Giovanni Maragliano

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