DISCORSO SULLA VIOLENZA DI GENERE - L'ICEBERG

Questo discorso è stato scritto e sarà letto dal nostro redattore Pietro Gemme, nel corso dell'odierna conferenza sulla violenza di genere, presso il Municipio della Bassa Valbisagno.

Vorremo che per un attimo chiudeste gli occhi. E immaginaste di essere su una nave in mezzo all’’oceano.  Immaginate che In lontananza, all’orizzonte, ammiriate lo splendore di una colossale montagna di ghiaccio: un iceberg. Noi tutti sappiamo che la parte visibile di un iceberg è la punta, grosso modo il 10% di tutto il blocco ghiacciato. 

Ebbene, Immaginate che su quella punta dell’iceberg, lontana da voi,  non ci siano animali spettacolari o fenomeni naturali imperdibili, solamente 10 persone altrettanto meravigliose: 10 donne. 

Queste, rappresentano il 31,5% del numero di donne censite in Italia.

Il numero di donne che hanno subito, secondo i dati ISTAT 2014, e rimasti stabili fino a 10 anni dopo,  violenza fisica. 

1 donna su 3. 

Di queste, prendetene 2 su 10, sapete chi sono? Sono donne che sono state uccise da partner o ex partner; Ecco, prendetene altre 2:  donne che subiscono violenza, che sono di origine straniera;  Dai, altre 2: hanno visibilmente subito violenza sessuale; Un po' più a lato, altre 2… avevano meno di 18 anni sull’iceberg. Di tutte queste, la donna che più di tutte è visibile ai nostri occhi, quella al centro, che vi guarda, è stata solo stuprata.

Uh, e dunque?

Ovviamente, questa è solo la punta. 

Immaginate ora la parte subacquea di quel colossale cumulo di ghiaccio, le restanti 2 fette di torta, composte da: tradimenti, menzogne e inganni, chiusura comunicativa persistente, controllo e gestione della vita quotidiana, limitazioni della libertà personale e di movimento, aggressioni verbali, denigrazioni, umiliazioni, ricatti, rifiuto sistematico di fare lavoro domestico, rifiuto sistematico di fare lavoro educativo, rifiuto di avere rapporti sessuali, minacce di violenza fisiche e/o di morte, minacce di violenza fisiche e/o di morte a parenti, amici, conoscenti, minacce di autolesionismo e/o suicidio, matrimonio combinato o forzato, violenza economica, occulto della situazione patrimoniale, stereotipi, pregiudizi, stalking.

Beh, sono cose che succedono tutti i giorni, effettivamente, o meglio, un giorno su due, qualcuno farà qualcosa, chiamerà i soccorsi! 

Sempre secondo madre ISTAT, nell’ultimo anno, il numero di donne che hanno chiamato il numero di emergenza per la violenza sulle donne che, come sappiamo in Italia è l’1-5-2-2, è incrementato del 143% rispetto al 2019. 

Sì, ma com’è possibile che tutte queste donne chiamino i soccorsi in continuazione?  Non so se mi spiego: perché, in Italia, così tante donne hanno il bisogno di farlo? Siamo un paese democratico, tutti hanno le stesse opportunità, vero?

Istat, dicembre 2023: in Italia, Il 53,6% della popolazione fra 18 e 74 anni presenta almeno uno stereotipo sui ruoli di genere; il valore è più alto per gli uomini, in calo soprattutto fra le donne. il 48,7% della popolazione aderisce ad almeno uno stereotipo su questo tema. Il 20% degli uomini pensa che la violenza sia provocata dal modo di vestire delle donne, percentuali che fra le donne si attestano rispettivamente al 29,7% e 14,6%. Circa l’11% ritiene che una donna vittima di violenza sessuale quando è ubriaca o sotto l’effetto di droghe ne sia almeno in parte responsabile e circa il 10% ritiene che se una donna dopo una festa accetta un invito da un uomo e viene stuprata sia anche colpa sua.

ANCHE COLPA SUA

COLPA SUA??

COLPA SUA???

Pietro Gemme, IV A LES




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