GENOVA: È UNA CITTÁ PER GIOVANI?

Genova, situata lungo la splendida costa della Liguria, è una città ricca di storia, cultura e fascino marittimo. Celebre per il suo porto, uno dei più grandi d'Europa, Genova vanta un patrimonio architettonico impressionante, con strade strette che si arrampicano sulle colline, piazze affollate e magnifici palazzi storici. La sua cucina è rinomata per piatti di pesce fresco e specialità locali, come la focaccia e il pesto genovese. Questa città offre una varietà di opportunità e attrazioni che possono essere apprezzate dai giovani, inclusi eventi culturali, vita notturna, università e opportunità di lavoro.

Tuttavia, come in ogni ambito, gli interessi personali sono differenti, e tali sono anche le scelte delle esperienze da intraprendere. 
Ciò che offre Genova può bastare per considerarla una città per giovani? Da una prospettiva culturale, il capoluogo ligure offre una ricca varietà di eventi, musei e spettacoli che possono attrarre i giovani interessati all'arte, alla storia e alla musica. Le strade strette del centro storico invitano a esplorare, mentre i numerosi locali e caffè offrono luoghi di incontro e di socializzazione. Da alcuni anni, a Genova hanno aperto anche alcuni bar nel centro città, che offrono la possibilità agli studenti, dopo aver consumato qualcosa, di poter sfruttare tale ambiente al fine di studiare, da soli o in compagnia. 
Per quanto riguarda la vita notturna, Genova offre una gamma variegata di locali, bar e club, ma potrebbe non competere con la vivacità delle metropoli più grandi. La scena notturna tende a essere più tranquilla e concentrata in determinate zone della città. D'altro canto, l'accesso alla natura è un vantaggio notevole per i giovani che amano attività all'aperto come trekking, arrampicata e sport acquatici. Le bellezze naturali della Liguria, tra cui le Cinque Terre e Portofino, sono facilmente accessibili da Genova, offrendo opportunità di avventura e relax.

Nonostante sia una città piena di storia e con lo sbocco sul mare, per le nuove generazioni questo probabilmente non è abbastanza. La generazione Z, infatti, oltre ad essere appassionata di cultura e di storia, desidera una Genova stimolante, con eventi, mostre, concerti e festival. Purtroppo, malgrado ci siano gli spazi necessari a disposizione, la Superba organizza pochi eventi di questo genere e questa è sicuramente una grande perdita. 

Facciamo un esempio: ormai sono due anni che il capodanno viene festeggiato a Genova, più precisamente in Piazza de Ferrari, con grandi cantanti ad esibirsi. Queste serate sono state la dimostrazione del fatto che basta una serata di musica in compagnia per attirare la gioventù. Durante queste serate, infatti, Genova era abitata da giovani provenienti da tutta Italia. Tutto ciò fa facilmente comprendere come, con un po' di volontà e di impegno, Genova potrebbe tranquillamente diventare una città a misura di ragazzo. Investire in spazi culturali e festival musicali potrebbe infatti permettere alle nuove generazioni di riunirsi e di passare del tempo con i propri coetanei, sentendosi integrati in una città non troppo lontana dai propri ideali e dalle proprie esigenze personali. 

Tuttavia, il panorama lavorativo potrebbe non essere altrettanto allettante per i giovani. Nonostante ci siano opportunità di lavoro, soprattutto nei settori marittimo e turistico, alcuni potrebbero trovare limitate le prospettive di carriera rispetto a città più grandi e dinamiche. Questa è una delle cause che provoca l'allontanamento da Genova di chi cerca master più qualificanti e sbocchi lavorativi migliori.

In conclusione, possiamo affermare che, secondo molti rappresentanti della generazione Z, Genova non si può considerare come una città per giovani. Nonostante ciò, come sopra citato, i punti di slancio per una Genova più attuale sono molti. Lasciamo quindi ai lettori la libera interpretazione per capire se questi punti di slancio possono essere realmente efficienti e sufficienti per classificare il capoluogo ligure come una città adatta alle nuove generazioni

Un'inchiesta di Anita Cepollina e Sofia Lucagrossi, IV A LES

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