MIGRAZIONI ITALIANE 2) Emigrazione lombarda durante le due grandi guerre

L'emigrazione italiana dalla Lombardia ha avuto un ruolo significativo nella storia dell'Italia e nella formazione delle comunità italiane all'estero, dalla regione situata nel nord dell'Italia si è vista un'emigrazione di migliaia di persone verso il Nord America, l'America Latina e l'Australia, principalmente durante il XIX e il XX secolo. L'emigrazione dalla Lombardia è stata influenzata da diversi fattori, tra cui la povertà, la mancanza di lavoro, la guerra, la fame e l'instabilità politica.

In particolare, la Grande Guerra e la Seconda Guerra Mondiale hanno avuto un forte impatto sull'emigrazione lombarda in quanto molte persone cercavano di sfuggire alla miseria e alla violenza che queste guerre avevano portato con sé. Molti emigranti lombardi si sono stabiliti negli Stati Uniti, in particolare nelle città della East Coast; altri hanno scelto il Canada, l'Australia, l'Argentina, il Brasile e altri paesi dell'America Latina come destinazione finale. 

L'emigrazione italiana dalla Lombardia ha avuto un impatto duraturo sulla cultura e sulla società italiana e gli emigranti con sé hanno portato loro lingua, il loro dialetto, la loro cultura e le loro tradizioni, contribuendo alla formazione di comunità italo-americane, italo-canadesi e italo-latinoamericane che hanno mantenuto vive le radici italiane. Inoltre, l'emigrazione ha contribuito all'arricchimento culturale e sociale dei paesi di destinazione, con ingenti aiuti nello sviluppo industriale e sociale dei paesi raggiunti portando la cultura e la cucina italiana in tutto il mondo. 

Una delle sedi di partenza maggiore della Lombardia, oltre e Milano e le altre grandi città, sono state le valli della bergamasca ed i paesi situati presso i grandi laghi: il lago Maggiore ed il lago di Como. Le comunità bergamasche già presenti in queste aree favorirono l'insediamento degli emigranti provenienti dalle valli, offrendo loro posti di lavoro e sistemazioni provvisore per la permanenza nel paese ospite. L'emigrazione italiana durante la Prima Guerra Mondiale fu ostacolata dalle politiche restrittive degli Stati Uniti nei confronti degli immigrati provenienti da paesi in guerra con la nazione americana, tuttavia, dopo la fine della guerra, gli Stati Uniti favorirono l'immigrazione di lavoratori specializzati come gli artigiani e i contadini delle valli bergamasche, per ristabilire un livello industriale degno e per sopperire alla mancanza di manodopera causata dal conflitto. 

Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'emigrazione italiana verso le Americhe subì un'ulteriore frenata a causa delle restrizioni imposte dalla guerra e dalla successiva occupazione dell'Italia da parte degli Alleati, ma anche qui, dopo la fine del conflitto, molti bergamaschi emigrarono nuovamente verso le Americhe, in cerca di lavoro e di una vita migliore nelle grandi città di porto come: New York, Boston, Chicago ecc… 

L'emigrazione italiana dalle valli bergamasche verso le Americhe durante le due guerre mondiali rappresentò un momento importante nella storia dell'Italia e dell'emigrazione italiana in generale, contribuì in grande massa allo sviluppo agricolo ed edile americano ma soprattutto alla formazione di importanti comunità italiane all'estero ancora presenti sul territorio Americano.

 Testimonianza di un emigrato di Schilpario 

"Sono nato e cresciuto a Schilpario, un piccolo paese montano nella provincia di Bergamo, in Italia, ma il destino mi ha portato lontano dalle montagne e dalle valli della mia infanzia, verso le Americhe. Negli anni '20, quando avevo appena vent'anni, ho deciso di emigrare negli Stati Uniti, spinto dalla curiosità di conoscere nuove culture e di trovare opportunità migliori di lavoro causa crisi post guerra, il viaggio in nave è stato lungo e difficile, ma finalmente ho raggiunto il mio obiettivo. All'inizio, la vita in America non è stata facile, ho dovuto imparare una nuova lingua, adattarmi a una cultura diversa e fare lavori umili per guadagnarmi da vivere, ma pian piano ho fatto conoscenze e mi sono integrato nella comunità italiana locale trovando lavoro in una fabbrica e risparmiando abbastanza soldi per comprare una piccola casa. Negli anni '30, l'Italia è stata sconvolta dalla Grande Depressione e dalla salita del fascismo, ho visto molti miei amici e parenti lottare per sopravvivere, mentre il regime di Mussolini prendeva sempre più il controllo del paese. Nonostante la distanza, mi sentivo ancora vicino alla mia patria e seguivo con preoccupazione gli avvenimenti, molti di noi si sono uniti alle forze armate degli Alleati per combattere il fascismo, mentre altri sono stati internati in campi di concentramento negli Stati Uniti. Anche se personalmente non ho combattuto, ho visto i miei amici partire per il fronte e ho sentito l'angoscia delle loro famiglie. Dopo la guerra, sono rimasto negli Stati Uniti e ho visto il paese prosperare, ho sposato una ragazza americana e abbiamo avuto figli ma, nonostante ciò, non dimentico le mie radici italiane e mi sento fortunato ad avere una doppia identità culturale e soprattutto sono grato per le opportunità che ho avuto in America e per la libertà che questo paese mi ha offerto come immigrato. Nonostante il tempo trascorso, non ho mai dimenticato il mio paese natale e la sua gente, rimango in contatto con la mia famiglia e i miei amici, e ogni tanto torno a Schilpario per rivedere i luoghi della mia infanzia. La mia esperienza di emigrato mi ha insegnato ad apprezzare la diversità e a rispettare le culture degli altri, e mi ha reso grato per la mia vita e la mia famiglia. (Testimonianza di Mariangelo Cattaneo, zio di mio nonno)

Mirko Vavassori, V A LES

Commenti

Potrebbero interessarti...