Donne, vita, libertà


Venerdì 28/4/2023, le classi quinte dell'IISS Firpo-Buonarroti hanno avuto il privilegio di incontrare Zara Jalilian e Orchideh Mossaffa , due donne iraniane coraggiose, che contro ogni timore di poter essere arrestate, pur vivendo in Italia, e di non poter più tornare dai loro parenti nella loro patria, hanno offerto la loro testimonianza . Ogni giorno, infatti, si impegnano nella lotta contro il governo attualmente al potere in Iran.

Agli studenti è stato spiegato come a partire dal1979, anno della rivoluzione islamica, avvenuta tramite referendum, ogni forma di libertà sia stata strettamente limitata; in particolar modo nei confronti delle donne.

Ballare e cantare alle ragazze non é ammesso, così come andare in bicicletta o nuotare.

Il governo controlla le persone per mezzo della polizia morale che ha il compito di osservare e punire chiunque non rispetti la legge e di individuare eventuali oppositori del regime.

Per le donne sono state varate una serie di leggi che disciplinano l'abbigliamento, vietano ogni forma di make-up o di cura estetica personale (come aggiustare le sopracciglia, o usare una semplice crema per il viso) ; alle bambine, a partire dai sei anni, è vietato intrattenersi e parlare con individui di genere maschile al di fuori della propria sfera familiare, infine è obbligatorio indossare l'hijab in maniera corretta, senza fare scorgere alcuna ciocca di capelli.

È proprio a causa di quest'ultima restrizione che la studentessa Mahsa Amini é stata uccisa il 13 settembre 2022. La ragazza si trovava a Teheran con la famiglia quando è stata arrestata perché non indossava correttamente il velo. Dopo essere stata arrestata e percossa è deceduta per commozione cerebrale; il governo ha dichiarato che il decesso sia avvenuto a seguito di un infarto.

La morte della ventiduenne ha scatenato una serie di proteste contro il regime, che da settembre ad oggi hanno portato all'uccisione di oltre 600 persone e alla detenzione di altre 2000.

Attualmente il governo sta scoraggiando l’accesso all’istruzione attaccando le scuole con l’utilizzo di gas fumogeni che provocano asfissia a chiunque li inali. Questi atti di terrorismo volgono impedire, in particolare alle ragazze, di andare a scuola, per ristabilire la tradizione cara al regime, secondo la quale e donne devono sposarsi, avere figli ed accudirli, senza possibilità di avere altra scelta.

Ad oggi la situazione è disperata, tantissimi ragazzi sono stati abbandonati fuori città dopo essere stati uccisi solo perché avevano partecipato alle mobilitazioni contro il regime.

Orchideh ha sottolineato come questo governo si sia imposto attraverso brogli elettorali durante il referendum, infatti, il regime aveva annunciato la sua vittoria ancora prima del computo dei voti.

È da sottolineare che per questo governo uccidere una vergine è proibito, per questo motivo le ragazze arrestate vengono prima stuprate e poi uccise, così le bambine e le donne iraniane vivono costantemente con la paura che ciò possa accadere a loro.

Questa situazione non sta fermando le proteste, le donne che si trovano per le strade dell'Iran senza velo sono dichiaratamente contro il regime; anche molti uomini iraniani stanno affiancando le donne questa lotta.

La speranza di Zara e Orchideh é che questa rivoluzione al femminile possa giungere al ripristino delle libertà e dei diritti civili fondamentali.

Nel quadro dei paesi occidentali, nonostante le numerose richieste provenienti dalle donne di diversi Paesi, molti governi si rifiutano di interrompere i rapporti commerciali e diplomatici con l'Iran.

"L'odore del petrolio ha coperto l'odore del sangue." Dichiara Orchideh a riguardo.

Ma noi cosa possiamo fare?

Questa domanda è sorta spontaneamente da parte degli studenti. La risposta delle due attiviste é stata la seguente: "Il primo passo é quello di parlarne il più possibile, affinché tutti sappiano cosa sta avvenendo in Iran e conoscano il motto di questa rivoluzione "donne, vita, libertà".

Noi oggi sappiamo e siamo solidali a tutte le donne che manifestano per la difesa dei loro diritti

Sofia Lo Re, V E Tur


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