Russia contro Ucraina, il punto di vista dello sport

Dopo un mese dall'inizio dell'invasione, l'esercito russo ha smesso di avanzare, fermato dalla resistenza ucraina: il suo primo obiettivo ora sembra la conquista di Mariupol.

È passato più di un mese da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, ma una soluzione militare o diplomatica della guerra sembra ancora lontana.

Dopo quattro settimane di combattimenti, le forze russe hanno occupato diversi territori a nordest e a sudest, ma l’unica città importante conquistata è Kherson, mentre sugli altri fronti l’esercito russo ha avuto problemi a livello militare e sociale, infatti tante persone in Russia si stanno lamentando perché vengono etichettati come persone belliche e stanno ricevendo molte sanzioni, per esempio la FIA (Federazione Internazionale dell'Automobile) ha deciso di escludere tutti i piloti russi in tutte le categorie e inoltre, hanno rimosso tutti gli sponsor che contengono la bandiera russa come ad esempio nella scuderia HAAS correva il pilota russo Nikita Mazepin il quale portava lo sponsor del padre Uralkali, che ha finanziato la progettazione della macchina 2022.

Parlando di calcio, i rispettivi campionati ucraini e russi sono stati sospesi, i calciatori russi infatti si sono rifiutati di scendere in campo, mentre per quanto riguarda quelli ucraini, sono proprio impossibilitati a giocare dalla situazione contingente, la FIFA (Fédération Internationale de Football Association) ha deciso di aprire una finestra di mercato per la quale i calciatori che giocano nei due campionati interrotti sono liberi di lasciare il club, non a titolo definitivo ma bensì tramite un prestito secco con scadenza il 30 giugno (come di consueto).

Rimanendo sul calcio, la squadra della nazionale russa è stata esclusa dalla coppa del mondo, ma non solo la nazionale è stata sanzionata, anche i club: infatti la UEFA ha deciso di escludere tutte le squadre russe che si erano qualificate agli ottavi di finale delle due competizione europee; mentre per quanto riguarda la nazionale ucraina si sta pensando di farla ammettere direttamente alla competizione.

E mentre il mondo si divide tra chi approva la discesa in campo dello Sport e chi invece si chiede che colpa possono avere gli atleti russi innocenti, da qualche ora anche le ginnaste russe sono state escluse: la Federazione internazionale della Ginnastica le ha messe al bando dalle competizioni. Ma le atlete sono al momento in gara alla Coppa del Mondo di Doha, per quella che sarà il loro ultimo torneo. Anche in questo caso, c’è stata un’accelerata verso l’esclusione, considerato che solo una settimana fa quelle stesse ginnaste erano state ammesse senza inno né bandiera.

Già in passato la Russia ebbe delle sanzioni, infatti tanti atleti russi hanno dovuto partecipare a diverse competizioni senza bandiera e senza inno, ad esempio come il giù citato Nikita Mazepin, che partecipò ad un mondiale di formula 1 con la sigla R.R. (Russian Rappresentation), mentre nell’ultima olimpiade tutti gli atleti russi parteciparono con la sigla ROC (Russian Olympic Commitee).

In conclusione, vorrei lasciare qualche domanda come spunto di riflessione: è giusto che gli atleti – ma vale anche per altre persone, come artisti e intellettuali - siano sanzionate per cose che non hanno fatto loro? È giusto essere sanzionati per colpa del proprio paese? Perché gli atleti non possono partecipare, come già fatto in passato, senza la bandiera? Ai posteri l’ardua sentenza…

Luca Ivaldi V A LES 

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