INTERVISTA al Prefetto di Genova Renato Franceschelli (trascrizione e immagini)
(Immagini del palazzo cercate da Simone Narducci. Foto degli ambienti mostrati dal Prefetto nel corso dell'incontro, scattate da Sara Delponte e foto ricordo da collaboratori del Prefetto. Ogni parte dell'intervista è introdotta dai nomi dei ragazzi che se ne sono occupati).
FRASSINELLI GESMUNDO GUARDO TALOTTA
PREMESSA
Martedì 15 febbraio abbiamo visitato Palazzo Doria Spinola (edificio sito tra piazza Giuseppe Mazzini e largo Eros Lanfranco), ovvero l’attuale sede della Prefettura della città metropolitana di Genova, è visitabile negli spazi di rappresentanza. E' stato il Prefetto in persona a offrirci l'opportunità di visitarlo, facendoci da cicerone d'eccezione.
Il Palazzo venne costruito presso la Porta dell’Acquasola, nel 1541-1543 per l'ammiraglio Antonio Doria, marchese di Santo Stefano d’Aveto e parente di Andrea Doria.
Alla fine del XV secolo venne fatta una modifica all’edificio, aggiungendo la il portello esterno in marmo, con colonne binate e figure di armigeri (raffigurazione di un guerriero che porta lo stemma) sull’attico di Taddeo Carlone. Nel 1624 il Palazzo giunge alla famiglia Spinola, la quale lo terrà fino al XIX secolo.
Nel XVI Bartolomeo Bianco costruì una galleria, affrescata da Andrea Ansaldo, e aggiunse in seguito delle balaustre marmoree sulla veduta principale.
Fra il 1791 e 1797 il Palazzo viene elevato di un piano. Successivamente subirà innumerevoli cambiamenti per la sistemazione degli uffici, questo in seguito alla vendita al comune nel 1876; venne imposto un taglio dello spigolo destro di una delle stanze, la demolizione della galleria, scomparve il giardino in seguito alla realizzazione di Via Roma (1877).
L’edificio esternamente fu affrescato da Lazzaro e Pantaleo Calvi, seguendo le richieste del committente dell’epoca; internamente più nello specifico si trovano due sale affrescate in onore di Apollo, il quale saetta i Greci alle porte di Troia e ad Ercole, il quale lotta con le amazzoni (di queste si occupò la bottega di Giovanni Cambiaso); gli affreschi della loggia superiore vennero più volte restaurati da Aurelio e Felice Calvi, ritraendo vedute di città in gran parte estratte dall'atlante Civitates orbis terrarum ma allo stesso tempo accontentando le richieste del committente, stratega della Corona spagnola e trattatista della guerra per mare.
Il cortile rinascimentale a pianta quadrata è composto da un doppio ordine di logge, fu decorato con stucchi e telamoni (sculture maschili in sostituzione alle colonne portanti) alternati a maschere femminili.
Il Palazzo venne inseriti il 13 luglio del 2006 nella lista tra i quarantadue palazzi iscritti ai Rolli di Genova, divenuti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Prima di entrare nel cuore dell'intervista, vogliamo dare un quadro generale della figura prefettizia.
Il prefetto all'interno dell'amministrazione italiana è un organo dello stato che ha la funzione di rappresentante del governo all'interno delle provincie e/o città metropolitane. L'ufficio si chiama “prefettura territoriale del governo” ed è dipendente dal ministero dell'interno. Esso svolge attività di coordinamento in materia di sicurezza e ordine pubblico, sviluppo economico, ambiente e servizi alla comunità. Questo però non è l’unico incarico che può svolgere. Nel corso della sua carriera infatti, un prefetto può ricoprire altre posizioni dirigenziali nel ministero dell’interno, tra cui capo e vicecapo della polizia di stato, capo di gabinetto, capo di dipartimento e titolare di un ufficio dirigenziale generale. Il prefetto rappresenta l'autorità provinciale di pubblica sicurezza presiede il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, può emanare ordinanze e decreti a tutela dell’ordine pubblico e coordina l’attività delle forze dell’ordine. In caso di necessità può richiedere l’intervento dell’esercito. Attualmente la carriera prefettizia si articola nelle qualifiche di: consigliere, viceprefetto aggiunto, viceprefetto con qualifica dirigenziale e prefetto. La Prefettura, organo periferico del Ministero dell'Interno e sede di rappresentanza del Governo in ogni provincia, ha attraversato negli ultimi anni importanti cambiamenti. Nel 1999, con la riforma dell'organizzazione del Governo (Decreto Legislativo 30 luglio 1999, n.300 ), la Prefettura è stata trasformata in Ufficio Territoriale del Governo, mantenendo tutte le funzioni di competenza e assumendone delle nuove. Con il Decreto Legislativo 21 gennaio 2004, n. 29, che ha introdotto modifiche alla precedente organizzazione, è stata assunta la denominazione di Prefettura ‐ Ufficio Territoriale del Governo. Titolare della Prefettura ‐ UTG è il Prefetto, organo periferico dell'Amministrazione statale con competenza generale e funzioni di rappresentanza governativa a livello provinciale. La sua azione si esplica in ambiti molto vari e complessi: l’ambito socio‐economico (monitoraggio delle situazioni di disagio e delle problematiche sociali a livello locale; interventi di mediazione per crisi occupazionali e vertenze sindacali; potere di precettazione in caso di sciopero nei servizi essenziali); l’ambito della sicurezza (ordine e sicurezza pubblica; protezione civile; emergenze ambientali); l’ambito istituzionale, quale riferimento in periferia per gli altri uffici statali periferici, le autonomie locali, le altre istituzioni pubbliche e private. Il Prefetto ha la responsabilità dell'ordine e della sicurezza pubblica e presiede il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Interviene in via preventiva e successiva anche in caso di situazioni di pericolo per l’ambiente e in genere di protezione civile. A lui è affidata l’attività di coordinamento delle varie forze, istituzionali e non, che intervengono in fase di soccorso, nei casi di calamità rilevanti. Altra materia in cui il Prefetto svolge un ruolo significativo, destinato a crescere in futuro, è quella dell’immigrazione, oggi fortemente legata al tema della sicurezza, dell’integrazione e della tutela dei diritti inviolabili della persona. Allo stato attuale, le Prefetture attraverso lo Sportello Unico per l’Immigrazione attivano convenzioni e collaborazioni con le Amministrazioni Provinciali, le Direzioni Provinciali del Lavoro, i Comuni e le organizzazioni e associazioni operanti sul territorio. sono attribuite anche funzioni amministrative che spaziano da una sempre più ampia attività paragiurisdizionale (definizione di ricorsi sulle contravvenzioni depenalizzate) a competenze specifiche in materia di cittadinanza, anagrafe, stato civile, riconoscimento di persone giuridiche, espropriazioni, polizia amministrativa.
DELPONTE DE ROSA DI BELLA SABA
Sara: “Quali sono le più grandi responsabilità che comporta il suo ruolo?”
Prefetto: “Le responsabilità dipendono, ovviamente, dal mio ruolo di rappresentante del governo a livello statale. Indubbiamente sono essenziali le attività di coordinamento dell’ordine pubblico, o quelle in materia di sicurezza, che garantiscono ai cittadini di vivere in uno stato di benessere psicofisico che è essenziale in una società funzionale. Poi hanno un ruolo di rilievo tutte le funzioni amministrative che svolgo, come ad esempio nell’ambito della protezione civile, dove ho il compito di sovrintendere al coordinamento degli interventi di immediato soccorso in situazioni di emergenza. Mi occupo, inoltre, della gestione delle Amministrazioni locali e delle procedure che riguardano lo scioglimento o la sospensione dei consigli comunali. Un ulteriore importante compito è quello di vigilare sulle funzioni svolte dalle Amministrazioni locali come, ad esempio, l’anagrafe o i servizi elettorali; questi ultimi sono estremamente importanti in un paese democratico come il nostro”
E aggiunge: “Penso che avrete tutti, o quasi, diciotto anni, e presto parteciperete alla vostra prima votazione!”. Quindi riprende a rispondere:
“Non sono secondarie, inoltre, le attività rispetto allo sviluppo economico. Abbiamo a disposizione, qui in Liguria, una grandissima risorsa per l’economia locale: il porto; il quale contribuisce fortemente ad un incremento della ricchezza della nostra regione. Infine ho il compito di erogare numerosi servizi anche per quanto riguarda migrazioni, come le richieste di asilo politico per i rifugiati; solidarietà ed assistenza o sanzioni amministrative in materie depenalizzate”
Simone: “Lei è arrivato da pochi mesi qui a Genova, come ha trovato questa città, e come potrebbe cambiare in futuro? Quali sfide ci attendono?”
Prefetto: “Sono contento di lavorare a Genova, soprattutto per la presenza del mare e del porto. La nostra è una città antica e piena di storia, ma a volte ho l’impressione che sia rimasta antica anche nei ragionamenti e nella maniera in cui si presenta, da statistica è considerata una città vecchia per l’età media degli abitanti. Ma non è considerabile un difetto, con la speranza che i giovani daranno un po’ di vita a questa città. In questi mesi ho avuto modo di notare, anche attraverso alcune consultazioni, che Genova è rimasta legata a certi schemi che venivano usati anni fa e che in molte città ormai non si usano più. Genova era molto legata all'imprenditoria di Stato, quindi alle grandi aziende di Stato, dove il profitto e il guadagno erano messi in secondo piano, e probabilmente questa mentalità è rimasta negli abitati della città, il che è comprensibile ma continua a risentirne. Le aziende impiegavano tanti lavoratori, più di quelli che erano necessari, e la popolazione era abituata ad essere assistita e non a crescere. Ciò non toglie tutte le bellezze di Genova, anzi risulta quasi “banale” a confronto. Si è verificato un nuovo momento di svolta grazie ai fondi e agli impegni finanziari che New Generation + ha messo a disposizione per gli Stati membri uniti alle risorse statali. Il periodo pandemico ha anche dato la possibilità di pensare ai modelli e sistemi che davamo per scontati ma che alla prova con la pandemia, appunto, si sono dimostrati fragili, come ad esempio il tema sanitario. Ma anche ciascuno di noi, in questo periodo ha cambiato pensieri, prospettive e modi di vivere... Per voi forse è stato normale vivere dipendendo da un device, o da un pc, piuttosto che da un tablet, ma per tante persone della mia generazione è stato uno stravolgimento totale di un modo al quale ero abituato a vivere le mie giornate; è stato anche un momento di grande sacrificio perché è venuta a mancare tutta una parte che alla vostra età è giusta e santa, e riguarda la socialità all’interno della scuola che immagino sia stato un grandissimo sacrificio e una grandissima sofferenza per voi. Per quanto riguarda l’invenzione dello smart working, di cui molte persone oggi parlano e fanno uso, dal punto di vista di qualsiasi pubblica amministrazione è stata una rivoluzione sicuramente tecnologica, ma anche da un punto di vista mentale nella percezione del lavoro, ed è stato anche un elemento per mettersi in discussione, immagino che sia così anche per i docenti che fanno lezioni a distanza, significa aver ripensato un po’ tutta la nostra impostazione. In questo momento così importante e di svolta, quale stanno partendo tanti cantieri per la città e perciò se non si fanno le scelte giuste ora, poi si pagheranno negli anni a venire e un’occasione così non capiterà più perché un miliardo e trecento milioni messi a disposizione per la Liguria è una quantità di denaro enorme che non capiterà certamente a breve, e come dice il sindaco :” Il piano Marshall c’è stato dopo la guerra ed il prossimo sarà tra settant'anni”.
Nicolò: “Vorrei farle una domanda in merito alle autostrade, quindi riguardo la manutenzione, il traffico, etc… Come pensate di intervenire come prefettura, magari con un'azione congiunta con la regione?
Prefetto:” La competenza riguardo queste questioni non riguarda questo ufficio, perché le concessioni autostradali le dà direttamente il ministero e la regione ovviamente ha una pianificazione di interventi quindi poi le scelte politiche sulle infrastrutture e quindi anche i provvedimenti amministrativi conseguenti non sono della prefettura; ovviamente noi entriamo in ballo su quelle che sono e gestioni delle emergenze e quindi dei disagi conseguenti a certi avvenimenti. Per esempio si riunisce molto spesso intorno ad un tavolo, dove generalmente si riunisce la protezione civile, il C.O.V. , ovvero il comitato operativo di viabilità che è quello che mette in pratica le misure che tendono a rendere meno disagevoli possibili le situazioni. Per esempio quando l’autostrada programma dei lavori che probabilmente porteranno dei disagi si tenta di trovare delle viabilità alternative o di intervenire con degli interventi di sostegno, non solo con le forze delle polizie stradali e municipali, ma anche qualche volta con il volontariato di protezione civile, come per esempio d’estate per dare sostegno a chi è in macchina e così via, perciò è un intervento che avviene a valle. La Liguria soffre atavicamente di infrastrutture insufficienti e questo non l’ho mai nascosto, facendolo presente in più occasioni, per quella che è la movimentazione che passa per questa regione, ovviamente non penso solo a quella commerciale che sicuramente costituisce una grande parte. perché c’è anche quella turistica, che riguarda tutta la fascia costiera e che in alcuni periodi dell’anno attira molta gente, la quale porta molta ricchezza.”
IVALDI AVANZINO CELLI MONACO MANCINI BELLIZONZI
Il Prefetto continua: “Voglio dire portano anche tanta ricchezza non sono da cacciare, ma semmai incentivare, è ovvio che la carenza proprio dell'infrastruttura si riverbera sulle conseguenze è inutile nasconderci questa infrastruttura questa è e non cambia Nel senso che l'autostrada costruita 70 anni fa quando è stata costruita, è ancora quella fatta di ponti di gallerie e a differenza di altre parti d'Italia, come in pianura Padana, dove puoi dire faccio la terza la quarta che sia. Qui questa ipotesi non c'è proprio, non perché mancano i soldi ma perché non c'è fisicamente dove fare altri viadotti e altre gallerie, nell’attesa che la politica trovi un accordo su delle alternative o delle viabilità aggiuntive, come la famosa gronda, di cui tutti avete sentito parlare, che trova degli ostacoli politici alla sua realizzazione ("si fa il presepe con i pastori" recita un detto napoletano...). Quindi questa è la realtà, sicuramente da come raccontano le cronache giudiziarie dopo il crollo del ponte Morandi, la vigilanza su queste opere è stata un po' carente... Insomma, qualcuno ne pagherà ovviamente le conseguenze a parte chi, poveretto, è rimasto vittima del ponte. Oggi c'è quella attenzione che ci sarebbe dovuta essere in tutti questi decenni passati, e ora è all'ennesima potenza e quindi ovvio che oggi il Ministero, la società autostrade ecc., sono tutti molto attenti a fare queste manutenzione troppo a lungo rinviata, con gli esiti tragici che sappiamo, ma questi interventi inevitabilmente portano disagio.
L'unica prospettiva realistica a breve è quella di spostare quanto più possibile il traffico, soprattutto quello commerciale. dalla gomma al ferro, quindi portarlo sulla linea ferroviaria nuova che è il famoso terzo valico, che è un opera che sta andando avanti diciamo bene, ma ovviamente è un'opera gigantesca. L’altro giorno anche il presidente del consiglio è rimasto meravigliato quando è stato dentro lo scavo dei lavori, 50 e più chilometri di tunnel, sono un lavoro impegnativo; diciamo che, nei primi mesi del 2024, la linea sarà operativa per i treni merci da 750 metri e che, quindi, porteranno dal porto direttamente al di là dell'Appennino le merci e, anche se in tempi forse un attimino diversi, lo sarà anche per le persone, perché il collegamento con Milano e con Torino avrà un traffico ridotto rispetto all'attuale.
È ovvio che questa opera, ma soprattutto il collegamento col porto, è quello - come leggete sui giornali - dà dei problemi a chi abita in quel tratto, che poi è il quartiere di Certosa, che si vede interessato dal potenziamento di questa linea ferroviaria che oggi viene usata pochissimo; invece con l'alta velocità vedrà da un lato aumentato il numero di treni che passano e dall'altro lato l'ampliamento della metropolitana, che è un altro strumento indispensabile per la città, perché non solo le merci devono essere tolte dalla strada, ma bisogna togliere anche le persone con le auto dalla strada, perché sennò la città scoppia per altri motivi. Insomma, pur non avendo una competenza diretta con quella che è la gestione dell’appalto, della gara e del controllo, questo argomento è quello che intorno a questo tavolo mille volte abbiamo sentito, riunito, fatto incontrare, ascoltando comitati di cittadini, lavoratori che operano nei cantieri, la politica, insomma. Io dico sempre, ridendo, che in prefettura c’è sempre un tavolo per tutti, le uniche cose che non mancano sono i tavoli, nel senso che c’è sempre la possibilità di sedersi e provare a ragionare su certi temi, cosa che, per tornare alle competenze, è un lavoro assolutamente indispensabile questo di mediazione sociale, ovvero la parte più nuova e forse la più interessante del nostro lavoro di oggi, per come la vedo io, e comprende anche mediazione sindacale nelle vertenze del lavoro, mediazione sociale nel senso generico, che sono i momenti in cui la convivenza deve trovare dimora. Ciò è utile dappertutto, ma in alcune parti del paese è assolutamente fondamentale. Ai miei colleghi che dicono sempre: “Ah no, per carità, io sotto Roma non voglio andare”, ecco a loro dico sempre che per certi aspetti, è molto più facile fare il prefetto in Sicilia, piuttosto che in questa regione, perché lì dove hai l’incapacità delle amministrazioni competenti a trovare delle soluzioni, il tuo lavoro è molto più semplice, perché già il solo fatto che tu riesca a metterle intorno ad un tavolo per far uscire l’acqua dai rubinetti o a far raccogliere la spazzatura dalle strade o a risolvere un'emergenza di lavoro, diventi subito “santo”, mentre in queste realtà dove l’acqua del rubinetto esce anche senza l’aiuto del prefetto e la spazzatura si raccoglie anche senza il prefetto, la qualità dell’amministrazione pubblica è sicuramente, diciamo, accettabile, perché non voglio dire eccelsa, ma sicuramente migliore, è ovvio che a questo tavolo non arrivano tutti i problemi della vita dei cittadini come in altre zone d’Italia, e quindi quando arrivano qui ci vuole molta più fatica per trovare le soluzioni, perché devi essere capace di inventartele e di dare quel qualcosa in più che l’amministrazione comunale o la provincia o l’imprenditore da soli non sono riusciti a trovare: per questo è più faticoso fare il prefetto nel centro nord rispetto che al sud. Io ho tuttavia lavorato più al centro nord che al sud nonostante io abbia avuto un’esperienza in Sicilia; due minuti prima di vedere voi ero al telefono con il sindaco, ci si sente non solo per i momenti formali, il sindaco è componente del comitato regionale per la sicurezza pubblica, ogni settimana fa delle conferenze a cui partecipo, siamo legati anche sotto un aspetto umano e personale, lo stesso vale per le amministrazione. Con il governo c'è invece una posizione gerarchica e anche con il ministro dell’interno: sono il mio riferimento. È una dipendenza funzionale con tutti, anche con altri ministri, se un ministro viene a Genova per un incontro lo fa qua e ottiene anche informazioni qui. Le prefetture sono le antenne del governo sul territorio, ottengono le informazioni dal prefetto; oggi è diverso, rispetto al passato, dato che è più facile comunicare con tutti, gli ambasciatori servivano a far arrivare le informazioni ai cittadini e per raccogliere opinioni popolari del paese straniero nel quale c’era la rappresentanza italiana. Oggi tutto questo non serve, basta accendere la TV e ricevi molto più velocemente, non dico internet, ma qualunque canale che affaccia news internazionali mi dà un quadro di quello che sta succedendo ora in Ucraina, non ho bisogno dell’ambasciatore italiano in Ucraina per saperlo e quindi il loro lavoro, come il nostro, è cambiato perché oggi non sei più l’antenna che raccoglie, trasferisce ma sei quello che aiuta a mettere in pratica le politiche che il governo ha deciso di avere in settori di competenza che è un lavoro forse anche un po’ più interessante."
Professoressa Corbo: "Questo, se posso permettermi, sarà molto utile con i fanciulli della mia quinta perché abbiamo visto proprio la nascita del prefetto con la destra storica nel regno d’Italia, quindi si può fare un bellissimo collegamento su com'è cambiata questa figura."
Prefetto: "Certo è cambiato. Il prefetto, come figura in questo paese, nasce 220 anni fa circa: infatti con la repubblica Cisalpina del 1805 nasce il primo prefetto importato ovviamente dal modello francese; poi come sapete, questa figura ha vissuto le vicende più alterne; ogni tanto c’era qualche grida che ci voleva cancellare, la famosa invettiva di De Nicola contro i prefetti oppure con la nascita delle regioni sembrava che questa figura dovesse sparire . Ci fu un altro momento buio che fu quello del fascismo dove ovviamente questa dipendenza gerarchica con il governo che in quel momento aveva la stessa persona che faceva sia presidente del Consiglio che il ministro dell’interno quindi era molto più forte la dipendenza gerarchica. Durante il fascismo, inoltre, tutta l’amministrazione fu fascistizzata, perché dovevi essere comunque aderente al partito per poter farne parte, con i prefetti questa dipendenza fu particolarmente forte quindi diciamo si vive l’organo, la figura come emanazione diretta del partito del fascismo più che dello stato o del governo, ci sono stati momenti ovviamente nei quali ripeto soprattutto fine anni 70 inizio anni 80 con la nascita delle regioni sembrava che questa figura non avesse più un ruolo; la figura è sopravvissuta e anzi poi negli anni gli sono state concesse diverse competenze…”
SCIONTI LAURIELLO LAMBERTINI
Il Prefetto continua: “La figura è sopravvissuta e anzi poi negli anni gli sono state date molte competenze diverse rispetto a quelle proprie di amministrazione diretta, che sono la circolazione stradale, faccio per dire le autorizzazioni di polizia amministrativa o cose del genere. Mi sono state date molte figure e oggi molti nuovi incarichi e oggi è completamente un'altra figura rispetto a quella che era della destra storica, a quella del fascismo, a quella dell’Italia post repubblicana, che è completamente cambiata la nostra figura come è giusto che sia, perché è cambiata completamente la nostra società e la nostra amministrazione, anche la pubblica amministrazione è cambiata e probabilmente cambierà. Diciamo, quello che però rimane è che sempre se fate una comparazione tra i sistemi amministrativi europei, indipendentemente da quella impostazione che è tipica francese, quindi, che è molto centralista del governo e quindi ha questa figura di un prefetto molto più forte rispetto qualunque altra parte d’Europa perché il prefetto mantiene una serie di competenze amministrative dirette comprese quelle finanziarie che sono ovviamente la leva più importante, con cui poi attui le politiche pensate che in Francia i prefetti gestiscono i fondi europei pensate a quanto valgono per questo paese i fondi europei e vi fate il conto di quanto è importante il ruolo per esempio di quel paese rispetto a tutto il resto d’Europa. Però pensate anche, che il paese più federale che esiste oggi in Europa, ciò la Germania che ha i Lander, il sistema federale, poi con gli Stati Nazionali e Stati Regionali con i loro ministri regionali e anche quello ha una figura rapportabile al prefetto, che si chiama “Ufficio del Rappresentante del Governo”, perché in qualche maniera finché il governo centrale conserva una competenza, inevitabilmente, occorrerà un sul territorio una persona che questa competenza la mantenga e siccome anche negli Stati federali le competenze dello Stato centrale, comunque rimangono affievolite rispetto a quelle ma comunque rimangono. È ovvio che una figura più o meno forte. più o meno importante di dipendenza dallo stato centrale rimane; e guarda caso una figura simile al prefetto, viene dalla Finlandia alla Grecia, dalla Romania alla stessa Inghilterra, insomma, ripeto, anche in sistemi che non sono assolutamente paragonabili a quello francese, come figura di riferimento e quindi questo dimostra che gli uffici governativi alla fine un ruolo lo mantengono, indipendentemente da quelle che sono le evoluzioni della nostra amministrazione e della nostra società. Per tornare alla domanda i rapporti ci sono, i rapporti sono fatti dalle persone, in questo momento sono cordiali e utili ma indipendentemente dalla simpatia personale, io penso che oggi nessuno possa pensare di essere capace di governare da solo un territorio, quindi è ovvio che devi per forza avere insieme la capacità di indirizzarti verso un unico obiettivo.
- "Riguardo l’incontro avvenuto con Draghi, quali sono stati i punti salienti di discussione e quali conclusioni ne sono state tratte?”
Prefetto: Come avete letto dai giornali è stata la prima visita in una città che il Presidente ha fatto è questo mi sembra un bel segnale di attenzione e di interesse verso una realtà che viene vista in maniera positiva in un senso di dinamismo.
(da fuori, intanto, si levano grida e si odono rumori fortissimi. E' la protesta No Vax che si è portata sotto le finestre della prefettura).
Simone Mantero chiede un parere al Prefetto riguardo le polemiche dei parenti delle vittime del ponte Morandi, avvenute anche nel corso della visita del Presidente del Consiglio Draghi a Genova.
Prefetto: "Sì, quello è sicuramente stato un momento di forte tensione, però è anche vero che io capisco chi ha fatto quelle polemiche, che poi era l'associazione delle vittime, mi rendo conto e hanno tutta la nostra comprensione e vicinanza, è ovvio che per loro quello è il momento più doloroso dell’anno e ovviamente hanno interesse a mantenere quanto più vivo è possibile il ricordo. È ovvio che non si può pensare che per tutti gli anni che seguiranno e a venire, non è pensabile che l'attenzione che il governo riserverà a questa giornata sia sempre la stessa, è ovvio che quando c'è stato il crollo del Ponte il presidente del consiglio ma anche il presidente della Repubblica siano venuti. È ovvio che questo non potrà esserci alla stessa maniera perché poi ci sono anche altre cose, quindi negli anni a venire penso che la cosa importante sia che il governo mantenga attenzione a questo fatto, mantenendo una presenza che non sia di forma ma di sostanza e il 14 agosto c'erano qui due ministri: Garavaglia e Giovannini, quindi non mi sento di dire che era stato uno sgarbo, poi capisco anche l'amarezza e la delusione da parte del comitato. Quindi probabilmente il motivo per il quale il Presidente Draghi ha voluto fare questo passaggio per incontrare il comitato è stato anche per esprimere questo concetto, io ho assistito all'incontro con la delegazione del comitato e onestamente mi sembra che sia stato questo un po’ il tema. Genova è tra le città con i progetti chiamati bandiera del PNRR tra cui: la Diga foranea, il ribaltamento dei Fincantieri. Quindi ci sono dei progetti importanti e che sono anche anche in avanzamento, quindi realisticamente verranno portati avanti e chiusi entro il 2026. Perciò c'era l'interesse del Presidente a vederli, c'era l'interesse della regione ad illustrarglieli e quindi penso che la cosa più importante sia stato proprio questo arrivo via mare perché il porto di Genova se non lo vedi da mare non ti rendi conto di che cos’è, io per primo se non avessi fatto tempo fa un giro con una pilotina, da terra non lo percepisci quello che c'è dietro la cancellata. Quindi quella mezz'ora di avvicinamento al porto antico è stata utile perché ovviamente il presidente della Regione, il Sindaco e l'autorità portuale hanno potuto far vedere di cosa parlavano, di che cosa erano gli spazzi, di che cosa era spostare la Diga di 500 m più in là, siamo entrati in porto antico mentre manovrava un traghetto del Sardinia ferries che entrava in porto e un altro che ne usciva e insomma veramente siamo passati in mezzo a due città galleggianti ed era la sensazione visiva di che cosa porterà questi cambiamenti. Quindi quello è stato importante, così come è stato importante il terzo valico, non perché dovesse vedere il lavoro ma perché si doveva rendere conto e penso che si sia reso conto abbondantemente della utilità che il valico porterà alla città, proprio perché l'importanza di avere questo percorso su ferro. Quindi è stata anche l'occasione, con ferrovie dello Stato, di fargli vedere l'importanza si del valico ma di quello che c'è da Tortona in poi perché il commissario termina le sue competenze quando il terzo valico arriva a Tortona, ma il treno da 750 metri dopo Tortona deve continuare a camminare verso Milano, la sua destinazione è su un binario che oggi è assolutamente inadeguato e che quindi insieme ai fondi per il terzo valico, bisogna anche pensare alla rete ferroviaria che è a monte di Genova e che è quella che poi dà lo slancio e quindi questa è stata l’occasione di ragionare anche sulle cose in futuro e quindi penso sia stato utile o almeno è sembrato a tutti contento lui, ci sono stati riferiti positivi commenti".
Simone Mantero: "Come riesce a equilibrare la sua carriera da prefetto con quella personale?”
Prefetto: Ci riesco perché ho una moglie che mi segue e mi sopporta come sempre, è ovvio che dover girare per l’Italia con una certa frequenza ti comporta anche delle occasioni bellissime perché, come dico sempre a mia moglie quando si lamenta del trasloco, perché quello è il momento dello shock, quando devi fare le scatole, le dico sempre: però pensa quanti bei e posti e quanta bella gente non avremmo conosciuto se non avessimo avuto l’opportunità di girare così tanto! Certo, un sacrificio te lo comporta perché inevitabilmente soprattutto quando si lavora in due è ovvio che non sempre riesco a stare nello stesso posto, anzi noi non ci siamo riusciti quasi mai, insomma gli ultimi vent’anni uno era da una parte e l’altro dall’altra parte dell’Italia, ecco questo comporta il sacrificio di dover stare soli è sempre con un trolley su un treno o aereo a seconda di dove sei, però forse è anche il segreto per fare durare i matrimoni no? A piccole dosi uno si vede poco e si vede solo nel weekend e quindi, insomma, va bene così è meglio che vedersi tutti i giorni (scherzo ovviamente); è un sacrificio che però poi viene ripagato da molte altre cose, io poi ho avuto una carriera fortunata nel senso che sono sempre stato in posti anche belli, anche città gradevole quindi il sacrificio è meno, se mi avessero mandato a Caltanissetta forse magari non sarei stato così contento, siccome nella mia vita sono stato i primi anni a Lucca per circa dieci anni, una cittadina splendida, poi sono stato a Pisa che è una città altrettanto meritevole, poi sono andato a Roma la prima volta, poi da Roma a Bruxelles. Nel periodo romano mi occupavo di immigrazione e quindi ero sempre con un trolley in giro per il mondo. Il mio primo incarico da perfetto è però stato a Siracusa, che è una città bellissima, con un mare magnifico, da Siracusa sono tornato a Roma, da Roma sono tornato a Padova, da Padova a Genova, quindi posso dire di essere stato sempre in posti almeno gradevoli e quindi sarebbe ingiusto lamentarsi. Il sacrificio si fa sicuramente, c’è, ma anche lì poi dipende dalle scelte dalle possibilità. Noi non abbiamo figli e questo ci consente di fare delle scelte magari a cuore più leggero, rispetto a quando si comincia ad avere dei ragazzi quindi degli obblighi nei loro confronti; però è anche vero che, insomma, oggi è tutto molto più semplice, anche muoversi, La vostra generazione sarà sicuramente una generazione destinata a lavorare nel mondo, nel senso di avere una dimensione che non è quella della città di Genova o della provincia di Genova. Molti di voi avranno - e mi auguro per voi che lo abbiate, perché è una grandissima opportunità - l’occasione di andare a studiare e lavorare da qualche altra parte, per poi tornare e portare quello che di buono magari avete preso dalle altri parti. Insomma, il mondo oggi è molto molto più piccolo di quello che era per me, ai miei tempi. Io sono nato in una famiglia fortunata, non solo perché mi consentiva di fare delle cose, ma perché avevo dei genitori che mi hanno consentito di andare a fare delle esperienze.
CRESCENZI, CITTA' MANTERO
Il prefetto prosegue confrontando il mondo di oggi con quello di ieri, per quanto riguarda le possibilità dei ragazzi, ed esorta a sfruttarlo per quanto possibile, soprattutto per quanto riguarda le esperienze all’estero come possono essere gli Erasmus offerti dai nostri Atenei, ma anche dalle scuole superiori. Si tratta di fare un sacrificio per poi averne grandi vantaggi dopo. Inoltre si fa anche qualcosa di utile per il proprio Paese. Il Prefetto parla poi di immigrazione, in particolare del lavoro che ha svolto quando se ne occupava in prima persona, e trova che questa sia l’esperienza più bella della sua vita: un’esperienza che lo ha portato in tanti paesi diversi, come la Libia.
Ilaria Fameli chiede quali fossero le sue aspirazioni prima di intraprendere questo percorso.
Il Prefetto racconta che quando ha cominciato la propria carriera lavorativa, ha abbandonato la carriera legale che aveva inizialmente intrapreso, perché era in difficoltà a chiedere ai clienti di farsi pagare! Così ha iniziato a fare concorsi, tra cui uno che non era nei suoi piani (avrebbe voluto fare il diplomatico) che invece è andato molto bene. Nonostante non avesse vinto il concorso in Diplomazia, quello su cui puntava, vinse proprio quello fatto quasi per caso, che lo portò in Europa a fare una carriera in fondo poi non così diversa da quella che aveva sognato. Si tratta sempre, per un prefetto, di arrivare in posti che si conoscono poco, facendo tutti gli sforzi necessari per capire i problemi di quel territorio.
Il Prefetto ha parlato poi dei morti sul lavoro e dei morti nel contesto dell’alternanza scuola-lavoro. Il settore in cui si trovano più morti è l’agricoltura. Inoltre sui giornali si legge solo dei casi in cui purtroppo si verifica qualche morte: gli incidenti di per sé non vengono neppure citati. Sul tema del lavoro, il Prefetto ritiene che si debba intervenire dal punto di vista normativo, normando soprattutto gli appalti al ribasso, dove si sceglie sempre chi offre il lavoro al minor prezzo. Il prefetto inoltre non si dice d’accordo con l’idea che la formazione pratica venga prima dell’educazione scolastica: se l’educazione scolastica è efficace, si sarà pronti per affrontare qualsiasi professione.
CELLI NDIAYE STURLA LALA
La scuola é importante anche per la formazione che essa può dare, continua il Prefetto. Con questa frase intende spiegare due concetti molto importanti. Il primo concetto che la formazione delle scuole è una formazione diversa da quella di imparare un lavoro manuale, che potrai imparare anche dopo con la semplice esperienza, ma é la formazione delle capacità per saper affrontare il mondo del lavoro con principi molto ampi. Il secondo concetto che esprime, riguarda la perdita del concetto che la scuola sia importante, fattore del tutto errato che porta a problemi anche più avanti. Inoltre il Prefetto aggiunge che, un tempo, quando lui frequentava la scuola, essa era d’obbligo fino alle quinta elementare, poi, nel tempo, l’obbligo è giunto fino alla terza media, per poi arrivare ai giorni d’oggi, in cui l’obbligo scolastico é fino al terzo anno di liceo. Un ragazzo ha la necessità di essere formato, anche se il prefetto afferma di non essere un fan dei licei, inoltre ribadisce che é sbagliato pensare che lo stage in azienda sia più importante e migliore della scuola. La struttura e la capacità degli anni di formazione è un vantaggio sia per i singoli soggetti sia per la collettività, inoltre invita a prendere delle scelte e a valutarle.
Dopo questi concetti molto saggi e importanti si passa alla domanda sul suo rapporto con la stampa. Il prefetto comincia col dire che al giorno d’oggi é impossibile non avere rapporti con la stampa, in quanto é molto radicata. I suoi contatti con la stampa servono per far passare il messaggio ai cittadini che la pubblica amministrazione si prende cura dei loro, facendo riferimento all’ideologia di Kennedy e della chiesa cattolica, che col tempo poi ebbe un'evoluzione a causa della politica. La comunicazione fatta dal prefetto verso la stampa é a livello istituzionale e non personale, difatti egli non è amante dei social, aggiungendo che la prefettura di Genova non si trova in nessun account social: questo non è dovuto al fatto che egli pensi che in generale sia sbagliato l’uso dei social, ma per un concetto personale della comunicazione istituzionale. Inoltre ci fornisce l’informazione che i suoi primi incontri nella veste della sua carica furono la visita al direttore del Secolo XIX e al capo redattore di Repubblica Genova. Aggiunge che la dimensione della città influisce il rapporto fra i soggetti e la stampa, specialmente se una città é più grande oppure più piccola, ribadendo che il rapporto con la stampa é anche di tipo personale e diverso a seconda della persona. Il prefetto conclude col dire che la pubblicazione di contenuti sui social può provocare la trasmissione di informazione sbagliate e inoltre le parole e le frasi possono essere interpretate in maniera sbagliate. Conclude col dire che lui legge i social, ma stando attento, senza pubblicare questioni personali, usandoli solo per informarsi sulle notizie veramente attendibili.
SABA
E’ stato davvero un incontro formativo, non solo da un punto di vista scolastico per una delle due materie d’indirizzo del nostro Liceo Economico Sociale, Diritto, ma anche da un punto di vista personale, in quanto il prefetto ha saputo metterci a nostro agio (persino preparandoci, su consiglio della sua gentile signora, un piccolo rinfresco al termine dell’intervista), offrendoci l’opportunità di vivere ogni singolo momento, dal giro turistico all’interno della prefettura, al momento dell’intervista - avvenuta in una stanza priva del valore artistico delle sale di rappresentanza, ma cuore del lavoro di incontro e concertazione del Prefetto - come un’esperienza davvero speciale, facendoci cogliere tutti quegli aspetti che caratterizzano la nostra vita in quanto studenti e in quanto cittadini.
Tutti i ragazzi della Redazione, insieme alla Direttora del TNG, ringraziano calorosamente il Prefetto, sua moglie e lo staff della Prefettura per l'eccezionale disponibilità, gentilezza e cordialità che ci hanno offerto. Qui di seguito alcune immagini dell'incontro e del Palazzo della Prefettura.
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