Perché il 27 gennaio è il giorno della memoria?

Il 27 gennaio, non è un giorno come tutti gli altri. È un giorno certamente da ricordare ma soprattutto da capire. È il giorno della memoria delle vittime della Shoah e non dell'olocausto come spesso si sente dire, infatti questi due termini non sono intercambiabili. Il termine shoah deriva dall'ebraico e significa tempesta devastante, proprio per questo indica lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, mentre l'olocausto è un sacrificio necessario nell'ambito sacro, delle offerte sacrificali.

Questo giorno non è stato scelto a caso, infatti ci fu un lungo dibattito per la data. In Italia fu stabilito ancor prima della risoluzione dell'ONU del 2005, infatti inizialmente fu proposto il 16 ottobre 1943 da Furio Colombo, perché in quel giorno ci fu il rastrellamento del ghetto di Roma, dopodiché l'assemblea nazionale deportati politici dei campi nazisti propose il 5 maggio 1945, quando ci fu la liberazione del campo di Stearm di Mauthasen, per sottolineare l'importanza dei movimenti antifascisti. Ci furono molte altre proposte ma alla fine fu accettato di comune accordo il giorno 27 gennaio 1945 quando l'armata rossa entrò nel campo di Auschwitz in quanto, è un evento rilevante e rispetta le finalità del giorno della memoria sancite dall'articolo 1 e 2 della legge numero 211 del 20 giugno 2000. Il giorno della memoria è stato creato per ricordare, ricordare la Shoah, le leggi raziali italiane, le persecuzioni italiane agli ebrei, i deportati, i prigionieri, i morti e tutti gli italiani che a rischio della loro stessa vita hanno ugualmente salvato degli ebrei. Bisogna ricordare senz'altro questa giornata ma soprattutto bisogna comprenderne il significato per fare in modo che simili orrori non avvengano mai più. 

Molte volte non ci rendiamo realmente conto di cosa è successo, ci sembra finzione e questo almeno secondo me è normale, perché ai giorni nostri è incomprensibile e irreale che degli esseri umani vengano puniti in modi a noi inimmaginabili e privati di ogni cosa, sia beni materiali sia della loro dignità da altri esseri umani solo per delle ideologie totalmente assurde. Quando guardiamo film, documentari o andiamo a vedere i campi di concentramento riusciamo a immaginare quello che succedeva e il terrore delle vittime ma nessuno di noi, per fortuna, è in grado di cogliere le emozioni delle persone che ogni giorno dovevano sopravvivere in un luogo dove lo scopo era quello di sterminarli tutti, uno per uno senza nessuno scrupolo. Tutti almeno una volta abbiamo potuto osservare alcuni dei terribili trattamenti riservati a coloro che venivano imprigionati nei campi, a prescindere dalla nazionalità e tutte le generazioni future dovranno continuare a ricordare questo scempio nonostante le atrocità e la sofferenza che ci può portare.

Ricordiamoci sempre che il futuro dipende dalla storia e senza ricordare essa saremo in un continuo loop, facendo sempre gli stessi errori e non imparando mai da essi.

Michela Lauriello, V A LES

Commenti

Potrebbero interessarti...