61esima GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

La 61esima GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI è una di quelle ricorrenze da evidenziare con tutti i colori sul calendario.

Era il 10 dicembre 1948 quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava e proclamava a Parigi la Dichiarazione Universale dei diritti umani. Sono passati da allora, settantatré anni e oggi si festeggia la 61 esima Giornata Mondiale dei Diritti Umani Istituita per ricordare proprio quella data storica che cambiò il mondo e la vita di chi lo abita, grazie a tutti i passi fatti e da fare verso un mondo e una libertà che garantisce a tutte e tutti gli stessi diritti e libertà. I trenta articoli di cui si compone vengono discussi e redatti dopo la fine della Seconda guerra mondiale, affinché mai più si ripeta la tragedia generata dal conflitto. Documento di fondamentale importanza storica, “ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni”, la Dichiarazione continua  ancora oggi a incarnare i valori etici e civili della nostra società, tutelando i diritti inalienabili dell’essere umano e affermando la fratellanza tra i popoli. Perché, come ricorda la senatrice a vita Liliana Segre - non bisogna mai abbassare la guardia, mai limitarsi a celebrazioni rituali delle nostre carte dei diritti umani: nessun punto è mai davvero d’ arrivo, nessuna conquista è assicurata una volta per tutte.

Da una prospettiva sociologica, i diritti moderni emergono con la nascita della società moderna appunto. Una dimensione fondamentale dei diritti umani è la progressiva inclusione degli individui o membri della società moderna tramite l’estensione di vari tipi di diritti da quelli socio economici a quelli civili, da quelli politici a quelli culturali. I primi a svilupparsi non furono i diritti civili e politici, come invece sostengono la maggior parte di studi politologici e giuridici, ma furono i diritti economici, in primis il diritto alla proprietà, che definiva i diritti dell’individuo. Essi permettevano agli individui di spostarsi ed emigrare soprattutto a livello regionale, in ricerca di lavoro e di sviluppo individuale, di iniziare attività economiche, oppure di promuovere lo scambio di beni fra territori diversi. I diritti economici, come la libertà di contratto, permettono allo stato e all’economia nazionale di regolare le attività sociali e di contribuire all’integrazione e alla stabilità della società. Solo in un secondo momento, i diritti politici diventarono un’estensione dei diritti umani, come ulteriore sviluppo del processo d’inclusione nello Stato moderno.

«Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.» (Art.1 della Dichiarazione universale dei diritti umani)

I Paesi firmatari in quel momento furono 58, 48 di essi si dichiararono a favore e firmarono il documento, 8 paesi si astennero, 2 paesi non parteciparono al momento del voto, ma nessun paese votò contro.

Simone Mantero, V A LES


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