LO "STRANO" NATALE 2020 - 7) Elisa

 

Lo spirito natalizio inizia a sentirsi nell’aria e così anche la gioiosa atmosfera portata dai numerosi addobbi nelle case della gente e lungo le strade della città, ma c’è qualcosa che manca, c’è qualcosa che impedisce di vivere con serenità questo periodo amato da molti, meglio si può dire forse che è presente qualcosa che non dovrebbe e il soggetto in questione non è certo il carbone che si ha paura di ricevere quando non si è stati buoni, ma questo nostro comune nemico virus, che è nelle nostre vite da quasi un anno. Insieme ad esso anche tutte le conseguenze che ne ha portato, come il fallimento di società, il calo delle ore lavorative e così il calo del proprio salario o stipendio, e per gli studenti la didattica a distanza, che ha i suoi benefici ma anche i suoi difetti, come - per esempio - la mancanza di concentrazione e attenzione, perché è difficile riuscire ad entrare nell’ottica dell’ambiente scolastico e di conseguenza separarla dall’ambiente di casa dove solitamente ci si svaga, per cui adesso, con questa situazione, ci si può sentire sopraffatti dallo studio e ritrovarci così a correlare la scuola al luogo in cui ci si rifugia dalle ansie e dalla frustrazione della vita quotidiana, pertanto è un motivo valido per voler allontanarsi da questa cupola di vetro in cui si è stati messi per motivi certamente validi.

Forse quest’anno, anche per i motivi precedenti, si desidera ancora di più l’arrivo del Natale e delle vacanze per potersi prendere finalmente una pausa, un momento di respiro da tutto lo stress accumulato durante questo anno difficoltoso, da tutte le paure che sono nate per la propria salute e per i propri cari; certamente non sarà il solito Natale che ci immaginavamo ma ci farà realizzare quanto importante sia non dare per scontate ciò che abbiamo e ci circonda, quanto effettivamente una cosa manchi quando ci privano di essa. Quello di cui questo virus ci ha privato quest’anno è il non poter riunirsi con l’intera famiglia in un giorno speciale, capiremo che, alla fine, le mille domande e mille baci di zii e cugini che non si vedevano da un po’ non sono poi così terribili e insopportabili; ce lo farà apprezzare di più l’anno prossimo se tutto tornerà più alla normalità. 

Non mi aspetto molto sotto l’albero, perché ciò che vorrei di più al momento è di poter finalmente non sentire più questa sensazione di reclusione sia a livello psichico che fisico, poter tornare a pianificare possibili viaggi per imparare da essi e dalle persone che si incontrano, per accumulare nuove esperienze e andare a trovare parti di famiglia si trovano all’estero.

Elisa Friburgo, III A LES


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